"Per noi il tempo è già finito". I renziani preparano lo scontro in Aula

Siluro di Italia Viva: "Conte scenda dal piedistallo, non è insostituibile". Il premier vuole la sfida in Aula, ma Renzi ha già preparato il discorso di sfiducia. La crisi è a un passo

"Per noi il tempo è già finito". I renziani preparano lo scontro in Aula

La tensione è alle stelle, le minacce continuano a palesarsi e gli animi si surriscaldano con il passare delle ore. Una serie di circostanze che a stretto giro potrebbe determinare la fine dell'esperienza giallorossa. L'esito è legato alle mosse di Giuseppe Conte su cui si baserà poi la linea di Italia Viva: se il premier accoglierà le richieste dei renziani sul Recovery Fund e sui servizi segreti allora se la caverà con un rimpasto di governo, altrimenti la spina verrà staccata e a quel punto il presidente del Consiglio potrebbe essere costretto a trovare una nuova maggioranza in Parlamento. Comunque ha davanti a sé una serie di "ipotesi anti-voto" per evitare il ritorno alle urne e salvare così la poltrona.

Il 2021 era iniziato con auspici positivi per l'esecutivo, con l'avvocato che aveva fatto intendere di aver recepito le istanze di Iv e di averle inserite nel documento del Recovery Fund. Intenzioni che però - almeno per il momento - non hanno trovato un riflesso pratico e scritto. "Le proposte e le osservazioni sin qui indicate dalle forze politiche si sono rivelate contributi utili. A breve ci ritroveremo con tutte le forze di maggioranza per operare una sintesi complessiva", ha scritto recentemente il premier sui propri canali social per tentare di calmare le acque. Solo chiacchiere, tuonano da Italia Viva. Che ora pretende di sapere se le proposte sono state effettivamente accolte.

A un passo dalla crisi

Intanto questa mattina è arrivata l'ennesima martellata ai danni di Conte, che tra l'altro è finito nel mirino anche dei "pezzi da novanta" del Partito democratico. Il siluro è arrivato direttamente da Teresa Bellanova, che ha rivolto un invito chiarissimo al presidente del Consiglio senza usare giri di parole: "Scenda dalla sua torre d'avorio e cominci a confrontarsi al pari degli altri su cosa serve davvero al Paese, su come si risponde alle emergenze. Ci deve dimostrare che i temi che abbiamo posto sono sbagliati". Non è finita qui. Il ministro delle Politiche agricole, intervenuto a Omnibus su La7, è andato oltre e ha avvertito duramente il capo dell'esecutivo giallorosso: "Noi stiamo facendo un grande sforzo perché per me il tempo è già finito. Ora bisogna dire effettivamente che cosa si vuole fare".

Il governo è dunque arrivato al capolinea? La capodelegazione di Italia Viva ha aggiunto che i renziani non temono il confronto in Aula. Anzi, ha lanciato un appello al premier proprio per presentarsi in Parlamento: "Conte vuole misurarsi con la soluzione dei problemi? Allora non minacci di andare in Parlamento, perché quella non è una minaccia: in Parlamento bisogna andare per avanzare delle proposte. Se si ha il consenso si governa altrimenti si passa la mano".

Oggi Iv, in occasione dell'incontro convocato con i capidelegazione, porterà un documento sintetico dopo aver analizzato le 13 cartelle arrivate sulla nuova bozza del Recovery Fund. "Per evitare interpretazione e retroscena del tutto infondati parliamo con i documenti in modo che, per oggi e per domani, ognuno sappia quali sono i problemi", ha aggiunto la Bellanova. Che ha punzecchiato nuovamente Giuseppi: "Già oggi ci devono essere dei segnali molto chiari. Si cominci a scendere dal piedistallo. Qui nessuno è insostituibile: non lo sono io, non lo è Italia Viva, non lo è neanche il presidente del Consiglio".

"Dico solo che l'esperienza di questo governo è consumata, ora bisogna vedere se si è in grado di ripartire da una nuova base programmatica e andare avanti. Noi non abbiamo chiesto posti in più o strapuntini, ma risposte alle proposte che abbiamo avanzato, su questo si misura la nostra credibilità. Il premier dovrebbe prendere atto che questa esperienza è al capolinea e dire se siamo in grado tutti di ripartire", ha poi dichiarato a Ore 14 su Rai 2. Altrimenti la maggioranza per restare in piedi dovrà andare alla caccia dei cosiddetti responsabili: "Ma non con noi, no a scelte che portano al disastro il Paese. Sappiamo che c'è il tentativo di una campagna acquisti in corso, ma purtroppo non gli sta andando bene al premier".

Pronta la sfiducia di Renzi

Conte vuole il faccia a faccia con Renzi in Senato. Magari tramite un voto parlamentare per dimostrare chi vuole realmente la crisi in piena pandemia e per verificare se il leader di Italia Viva intende davvero ritirare i ministri e togliere la fiducia ai giallorossi. I pacifisti del Partito democratico sperano che entrambi facciano un passo indietro, salvaguardando le condizioni per una ripartenza. Da una parte il premier deve aprire ufficialmente al rimpasto; dall'altra l'ex sindaco di Firenze deve promettere di non mettere un veto sul nome di Conte. Che a quel punto potrebbe rinunciare al voto in Aula e salire al Colle per dimettersi lasciando così uno spiraglio per il "ter".

Renzi, si legge su La Repubblica, addirittura avrebbe già pronta una bozza di intervento per far crollare tutto. "Può darsi che avrei dovuto smettere di fare politica, ma certo lei doveva iniziare a farla dopo essere diventato premier.

E invece lei e la politica siete due campi che non si incontreranno mai", sarebbe pronto a dire in Aula. Per poi aggiungere: "Tra scegliere di far fallire il suo progetto o l'Italia, scelgo la prima".

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