Va bene portare avanti le proprie battaglie ma attenzione a tirare troppo la corda perché a furia di strattoni questa rischia di rompersi. E ciò, dal punto di vista politico attuale, significa creare tensioni pericolose nel governo che minano la stabilità dello stesso esecutivo. Probabilmente è anche per questo che il segretario dem Enrico Letta dopo settimane di polemiche a distanza con Mario Draghi, ha cercato di sotterrare l’ascia di guerra chiedendo un incontro con il premier. Faccia a faccia che si è svolto e che come racconta Tpi è durato ben un’ora e un quarto circa. Di cose il segretario del Pd e il presidente del Consiglio ne avevano da dire soprattutto dopo le polemiche scaturite dalla proposta di Letta di una dote per i 18enni che si sarebbe dovuta finanziare con la tassa di successione. Piano per nulla gradito da Draghi che ha subito stoppato l’idea.
"Il Pd non ti rema contro e non farà mai cadere il governo", ha annunciato Letta al premier. Rassicurazioni che fanno calare la tensione nel governo e nella maggioranza. Ma ci si chiede per quanto. Il faccia a faccia tra i due è stato “lungo e proficuo”, almeno a sentire il leader dem visto che dopo l’incontro il presidente del Consiglio si è chiuso nel più stretto riserbo ma, secondo quanto trapela da Palazzo Chigi, è rimasto sulle sue posizioni: "Capisco Letta ma con il Recovery da ‘mettere a terra’ e la battaglia dei vaccini ancora da vincere non è possibile correre dietro alle singole iniziative dei partiti”, sarebbe la posizione del premier.
"Sintonia piena e determinazione ad accelerare le riforme su giustizia, fisco, lavoro e semplificazioni che sono alla base del patto con l’Ue, riforme per le quali porteremo le nostre idee e troveremo le migliori sintesi", ha twittato il segretario del Pd che ha anche fatto sapere che "dentro la riforma del Fisco noi proporremo le nostre idee tra cui quella sulla successione per i patrimoni dei più ricchi, poi le semplificazioni, la riforma degli ammortizzatori sociali, il mercato del lavoro". Insomma tutti soddisfatti.
Lungo e proficuo colloquio a #Chigi con #Draghi. Sintonia piena e determinazione ad accelerare le riforme su giustizia, fisco, lavoro e semplificazioni che sono alla base del patto con l’UE, riforme per le quali porteremo le nostre idee e troveremo le migliori sintesi. Avanti.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) May 27, 2021
Parole che dovrebbero far piacere a Draghi che nei giorni scorsi ha sottolineato che la riforma del Fisco dovrà essere organica ed eventuali proposte dovranno essere fatte a tempo debito, così da evitare tensioni e polemiche pericolose per la tenuta dell’esecutivo.
Durante l’incontro, racconta ancora Tpi, Letta e Draghi avrebbero anche affrontato anche il tema delicato delle nomine. Fatte quelle riguardanti Cdp e Ferrovie, dove il premier ha scelto da par suo, ora ai partiti non resta che la Rai.
Una partita importante per gli equilibri politici anche in vista dei futuri appuntamenti in calendario. Il prossimo Consiglio d’amministrazione e i relativi vertici aziendali saranno quelli che dovranno gestire l’elezione del Capo dello Stato e le elezioni politiche.
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