Il "governo" di Di Maio parte male: sconfitta nei collegi chiave

Il "governo" presentato da Luigi Di Maio ha perso nella maggior parte dei collegi. Molti "ministri" sono arrivati terzi. Disastrosi alcuni risultati

Il "governo" di Di Maio parte male: sconfitta nei collegi chiave

Il "governo" presentato per mail al segretario generale del Colle dal MoVimento 5 Stelle è stato interpretato, almeno nell'ottica di alcuni analisti, come uno dei motivi del successo pentastellato. Una "novità determinante" è stato definito. Eppure, questi "ministri", nei loro rispettivi collegi, sembrano non essere stati troppo apprezzati dagli elettori. Un articolo di Lettera43, infatti, evidenziato più di qualche difficoltà.

A Perugia, ad esempio, dove Paola Giannekatis è arrivata solo terza, dopo il candidato del centrodestra e quello del centrosinistra. Difficile, insomma, ipotizzare che i perugini abbiano visto di buon occhio la candidatura della docente universitaria al dicastero dell'Interno. Stesso discorso, poi, per Alfonso Bonafede, "ministro" della Giustizia in pectore, volto televisivo della notte del "trionfo" grillino, ma finito terzo nel podio dell'uninominale per la Camera di Firenze, nel collegio di Quartiere Vecchio Novoli Peretola: un risicato 19% è il suo risultato.

Nonostante le dichiarazioni di giubilo, insomma, l'"esecutivo" di Luigi Di Maio non ha fatto breccia nel cuore degli elettori. Riccardo Fraccaro, esponente di spicco del MoVimento nel Trentino Alto Adige e proposto come ministro per i Rapporti con il Parlamento, è arrivato anch'esso terzo nel collegio di Pergine Valsugana valevole per la Camera dei deputati: solo un 22%. Il campione olimpico Domenico Fioravanti, proposto per lo Sport, è stato sconfitto da Roberto Rosso, candidato del centrodestra, nel collegio di Torino: 29,3% a 36,4%. Una brutta performance elettorale, ancora, è stata quella del candidato ministro pentastellato ai Beni Culturali: Alberto Bonisoli, nel collegio valido per la Camera a Milano, si è fermato a un misero 13%. L'ex presidente della Camera Laura Boldrini, però, è riuscita a fare di "peggio": 4,6% per l'esponente di Liberi e Uguali.

Buoni risultati, invece, sono arrivati per il "ministro" degli Esteri Emanuela Del Re, sul cui curriculum si sta però discutendo per via di un dottorato di ricerca che in realtà non avrebbe conseguito, e per Lorenzo Fioramonti, "ministro" dello Sviluppo Economico e vincente nel collegio di Torre Angela, a Roma.

Vittoria per un soffio, infine, per Mauro Coltorti, indicato da Di Maio per il ministero dell'Infrastrutture: l'ha spuntata in un collegio marchigiano per uno 0,1%. "Ministri", insomma, che per ora sono tali solo nei pensieri e nei desideri di Luigi Di Maio.

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