"Il governo non aveva alcun piano anti Covid. Ecco cosa diremo ai pm"

Oggi la conferenza stampa dei parenti delle vittime di Bergamo: "È tutto nelle carte"

"Il governo non aveva alcun piano anti Covid. Ecco cosa diremo ai pm"

«Domani faremo una conferenza stampa nella quale metteremo in fila tutti i fatti, tutto ciò che è successo in quei maledetti giorni. E le responsabilità che emergeranno saranno estremamente chiare». Luca Fusco è a capo del Comitato «Noi denunceremo», che si batte per scoprire la verità sugli errori di governo, Regione Lombardia, ministero della Salute e Iss. Oggi a Bergamo durante una conferenza stampa la task force messa in campo dai parenti delle vittime del Covid-19 presenterà le sue conclusioni sullo stato di emergenza, il mancato lockdown di Alzano e Nembro e sul piano pandemico che l'esecutivo avrebbe dovuto predisporre già all'indomani del Dpcm del 31 gennaio, il giorno in cui l'Italia è entrata nel lungo tunnel della lotta al Coronavirus. Nei giorni scorsi Fusco aveva detto di sentirsi «umiliato e offeso» e di considerare quei documenti (in parte) desecretati «un oltraggio alla decenza ed al pudore». «La conferenza stampa - dice Fusco al Giornale - nasce dalla lettura dei documenti del Comitato tecnico scientifico e quelli dell'Organizzazione mondiale della sanità. I nostri ragazzi li hanno vagliati con attenzione, il generale Pier Paolo Lunelli ha fatto un egregio lavoro». Il dossier dell'esperto militare ad agosto aveva fatto molto scalpore («-10mila morti se l'Italia avesse avuto un piano pandemico adeguato», era la sintesi), ed è proprio sul piano che si gioca la responsabilità dell'esecutivo. «Abbiamo letto le carte e le dichiarazioni sui giornali. La ciliegina sa qual è stata? La candida ammissione di un componente del Cts che, intervistato da Repubblica, alla domanda «c'era un piano secretato?» ha risposto che non c'era un piano. Partiamo da questo assunto. E da lì domani chiariremo quasi sono secondo noi le responsabilità. Sarà tutto estremamente chiaro, non ci inventiamo nulla. È tutto scritto. Mettiamo un punto a tutte le illazioni...». Quando gli chiediamo se è vero che i giornaloni pro Conte lo hanno «scaricato», Fusco si schernisce: «Noi non stiamo dalla parte di nessuno. C'era bisogno di una commissione d'inchiesta regionale e parlamentare, giusto? Beh, visto che non c'era l'abbiamo fatta noi. Tutto quello che abbiamo raccolto sarà presentato in Procura. E se qualche cronista vorrà farmi delle domande, beh mi assumo sin d'ora la responsabilità sulle risposte che darò».

Il dossier dei familiari sarà una bella gatta da pelare per il neo procuratore

capo di Bergamo, Antonio Chiappani, che succede a Walter Mapelli, deceduto a 60 anni l'8 aprile 2019. In Piazza Dante, sede della Procura, il fascicolo aperto per epidemia colposa è già ricco di testimonianze e di documenti.

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