Il governo ora si vaccina per spegnere i focolai

Letta si complimenta con Salvini per la scelta, Berlusconi con Draghi. Meloni: non sono No vax

Il governo ora si vaccina per spegnere i focolai

C'è Enrico Letta che fa i complimenti a Matteo Salvini per il vaccino e questo dà la misura di quanto per le forze politiche che sostengono il governo sia importante mantenere la concordia su un tema così importante per la salute come vaccini e green pass. Il consiglio dei ministri del 22 luglio scorso, che ha introdotto il certificato obbligatorio, si è svolto senza tensioni, assicurano fonti governative. Anche se la Lega tra la cabina di regia e il consiglio dei ministri ha provato ad aprire la partita delle discoteche, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha risposto che i numeri non consentono di andare in quella direzione. Anzi, in previsione della riapertura della scuola il governo Draghi andrebbe verso l'obbligo vaccinale per gli insegnanti e i sanitari.

Concorda a pieno il leader azzurro Silvio Berlusconi, che dalla Sardegna ha confermato a chi lo ha sentito di essere «preoccupato per la situazione sanitaria» e di aspettarsi «un autunno complicato», ha ribadito «la linea della prudenza» e la collaborazione con il governo, sottolineando di condividere a pieno la misura del green pass. D'altra parte, Fi è stata la prima forza a chiedere l'obbligo vaccinale per categorie specifiche.

Invece Salvini è rimasto male per le parole del premier, «l'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, oppure a far morire», che il segretario della Lega ha sentito come rivolte a se stesso. A difenderlo ecco il leader del Pd: «Penso che sia stato un messaggio molto importante». Lo tutela dagli assalti: «Vedo tutte le critiche che sta ricevendo da un mondo folle di no vax. Io francamente gli sono grato perché in questo momento siamo in lotta contro il Covid e il fatto che Salvini si sia vaccinato è una buona notizia per il Paese».

La foto di Salvini con caffè e codice Qr di avvenuto vaccino ha investito i social e se gli ha causato attacchi dai nemici del farmaco, ha raggiunto i suoi giovani follower indecisi. I governatori leghisti, così come i ministri, nonostante le dichiarazioni a toni alti, si sono mostrati accomodanti anche sull'accordo per i due parametri necessari al passaggio dalla zona bianca alla gialla: solo se si sforano contemporaneamente il 10% delle terapie intensive e il 15% delle ospedalizzazioni di area medica per Covid, avviene il «declassamento».

Dall'opposizione, Giorgia Meloni rivendica la coerenza delle posizioni di Fdi, in particolare sul piano economico, e ribadisce di non essere una no vax: «Eravamo favorevoli e lo siamo ancora al green pass europeo, per come era stato concepito, perché era uno strumento che incentivava il turismo e gli spostamenti delle persone all'interno della Ue, evitando quarantene». Tutto il contrario, secondo Meloni, avviene con il green pass italiano: «Diventa uno strumento che devasta il turismo. Questo quando viene applicato solo in Italia e gli altri Paesi che competono con noi non lo hanno applicato pur avendo dati di contagio peggiore ai nostri». Resta la questione della tutela della salute di fronte ai contagi in aumento e alle varianti più aggressive.

La vittoria che la Lega ha rivendicato, ovvero la mancata estensione del green pass ai trasporti non è invece stata affrontata in sedi ufficiali. Scuola e trasporti non sono stati ancora oggetto di valutazione in cabina di regia.

I ministri Mariastella Gelmini, di Forza Italia, Elena Bonetti di Italia viva e Massimo Garavaglia della Lega hanno posto il tema dei tamponi a prezzi calmierati per i giovani, anche perché si moltiplicano i casi di positività anche dopo il vaccino, sia pure con carica virale più bassa. Molti ragazzi preferiscono non sottoporsi nemmeno a esami di fronte alla prospettiva di spese e complicazioni.

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