Cento milioni subito per le nuove assunzioni nelle Forze dell'ordine. E nessun arretramento sul 41 bis. La linea tracciata dal sottosegretario all'Interno Nicola Molteni è netta: sono in vista altre manifestazioni degli anarchici che vogliono portare Alfredo Cospito fuori dal 41 bis, ma il Viminale non si farà trovare impreparato.
Anzi. «Sulle manifestazioni attese nel fine settimana per chiedere la sospensione del 41 bis - spiega il sottosegretario in un'intervista a Radio 24 - ribadisco che non faremo passi indietro. Dopo i gravi episodi di violenza avvenuti a Milano, siamo pronti a valutare anche nuovi strumenti normativi e protocolli migliorativi per garantire la sicurezza durante le manifestazioni».
Insomma, altro che cedimento o linea morbida: Molteni studia semmai come irrobustire la prima linea nel contrasto alla violenza degli anarchici che nel week end faranno sentire la loro voce e non hanno nessuna intenzione di ubbidire ai richiami alla ragionevolezza del ministero dell'Interno.
Nessuno sottovaluta il rischio di incidenti o scontri: fra l'altro negli happening organizzati nelle scorse settimane, si sono riviste facce del mondo brigatista che cercano di saldare le proprie utopie rivoluzionarie con le proteste dei discepoli di Cospito.
E ancora da spezzoni di quest'area continuano ad arrivare minacce pesantissime di morte, con lettere e proiettili indirizzati a dirigenti di importanti industrie militari. Insomma, c'è una grande pressione a sostegno di Cospito e della sua battaglia condotta con uno sciopero della fame che si allunga ogni giorno di più. « Fatica anche a prendere gli integratori» , denunciano i suoi avvocati, ma Molteni non ha alcuna intenzione di imboccare una sorta di corsia umanitaria» per far decantare la situazione.
«Nel momento in cui la tensione sale - aggiunge il sottosegretario - aumenta anche l'attenzione agli organi di sicurezza del nostro Paese. Le minacce anarchiche hanno la massima attenzione. Non bisogna creare allarme e preoccupazione ma siamo pronti a vigilare».
Il punto è che Nordio ha deciso di non revocare il 41 bis e tutto il Viminale si muove di conseguenza per garantire la massima sicurezza in questi giorni carichi di tensione e più in generale nel Paese dove si avvertono folate di estremismo.
Ormai la partita è chiusa e potrebbe riaprirla solo la Cassazione chiamata a pronunciarsi il 24 febbraio. I giudici potrebbero in effetti sconfessare o comunque rivedere la scelta del ministro; c'è una corrente di pensiero dentro la magistratura, emersa con il parere scritto dalla Procura generale della Cassazione, che avanza dubbi sul 41 bis. E per giustificare un regime così restrittivo chiede motivazioni più stringenti di quelle emerse finora. Ancora, la procura nazionale antimafia e antiterrorismo considera sufficiente il circuito dell'alta sicurezza e non necessario, a quanto emerso, chiuderlo nel perimetro più ristretto del 41 bis.
Ma il governo almeno per ora segue un'altra strada e Molteni si attrezza per queste ore di passione: « Ci attende credo - sostiene con Radio 24 - un fine settimana particolare perché sono previste ulteriori manifestazioni e siamo abbastanza preoccupati perché l'ultima adunata a Milano, la settimana scorsa, si è tramutata in una vera e propria guerriglia urbana dove sei agenti sono finiti al pronto soccorso».
Il sottinteso è che non verranno tollerate scene del genere e si interverrà prima, proprio per scongiurare eventuali escalation.
Il governo mostra anche i muscoli e mette sul piatto cento milioni per rimpolpare gli organici e di polizia, carabinieri, Guardia di finanza e penitenziaria. Un segnale a chi pensa che alla fine lo Stato scenderà a compromessi.
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