"Nemmeno questo governo, del quale io faccio parte anche se in maniera critica, fa delle politiche con valutazioni di impatto familiare". Mario Sberna ha tanti figli e nel 2005 è diventato Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Ora è deputato nelle liste di Scelta Civica, ma le speranze di poter invertire la rotta di un Paese poco attento alla natalità sembrano essersi presto dissolte. "Il nostro sogno - confida al ilGiornale.it - era che avere qualcuno dentro il Palazzo ci permettesse di modificare la struttura decisamente contraria alla famiglia che esiste nel Paese. Ma non ci sono riuscito. Forse non ne sono stato capace, oppure la struttura è troppo forte. Tutti si richiamano alla famiglia, ma poi nei fatti propongono provvedimenti che non hanno nulla a che fare con la natalità".
Mi faccia un esempio.
"Prendiamo i famosi 80 euro di Renzi. Sono positivi, ma un padre di famiglia con 10 figli e 30.000 euro di reddito non l'ha preso. Mentre i single con un reddito inferiore l'hanno ottenuto. Anche nella nuova revisione dell'Isee , che pure io ho sostenuto, le nuove 'scale di equivalenza' non sono state praticamente modificate. Un'altra volta una ingiustizia nei confronti di chi ha figli o intende farli".
Più se ne ha e meno valgono.
"Esatto, e invece nella Tari (tassa sui rifiuti, Ndr) più se ne hanno e più vengono conteggiati: così devono pagare un'imposta maggiore. Si pensi che i figli sono considerati a carico solo se non superano i 2.000 euro circa di reddito. Se fanno un lavoretto qualsiasi fanno perdere gli incentivi fiscali alla loro famiglia. È un'iniquità, quei limiti sono fermi da 30 anni. Non sarebbe il caso di considerare un figlio a carico fino al momento in cui non supera la soglia di povertà relativa?".
Perché i suoi colleghi parlamentari non lo capiscono?
"Lo dico con molta franchezza: c'è contrarietà ideologica alla famiglia. In Commissione finanze, quando ho portato l'esempio delle famiglie numerose che vengono svantaggiate, la relatrice della magioranza ha risposto: 'Fa piacere sapere che mentre noi siamo qui a lavorare qualcuno si trastulla a letto'. Una frase inaccettabile, senza pensare che invece è proprio dalla natalità che passa il futuro del Paese".
Una battaglia persa in partenza.
"È una fatica di Sisifo. Nella scorsa Stabilità eravamo riusciti a ottenere 45 milioni di euro per le famiglie numerose con Isee inferiore a 8.500 euro: praticamente assistenzialismo agli indigenti. Siamo al 15 ottobre, si incardina la nuova legge di Stabilità del 2015 e ancora non sono arrivati quei soldi".
Con gli 80 euro del bonus bebè però Renzi ha messo le mani avanti, dicendo che il governo è attento alle giovani generazioni.
"Ma sì, di certo è stato un provvedimento positivo rispetto al governo precedente. E Renzi dirà anche lo stesso con l'abolizione della Tasi e dell'Imu (anche io se le avrei tenute, detassando altri settori). Ma pensi che del Fondo per gli assegni familiari, solo il 40% finisce nelle tasche dei papà e delle mamme, il resto è usato per altre attività. In una legge di stabilità seria, non sarebbe stato necessario dare soldi a chi ha messo al mondo figli? Gli assegni sono fermi da anni, l'ultimo aumento è stato fatto da Prodi".
Quello che si capisce studiando il fisco italiano, è che alle famiglie viene sempre dato il minimo: poco assistenzialismo.
"Porto un esempio, quello delle madri lavoratrici. Per incoraggiare la maternità, bisognerebbe riconoscere il lavoro di educazione dei figli. Anche a livello pensionistico e di contributi. Ad ora chi diventa madre è svantaggiata in tutto, invece bisognerebbe permetterle di andare in pensione un anno prima per ogni figlio messo al mondo. Sarebbe anche un ottimo disincentivo all'aborto. Ma faccio fatica spiegarlo anche alle parlamentari donne. La natalità, visto l'inverno democratico, non dovrebbe essere una priorità di questo e di ogni governo?".
I pochi bambini che abbiamo, sono figli di immigrati.
"Non mi scandalizza, ma siamo un Paese che si è dimenticato dei suoi figli. Il bonus bebè di Renzi, insomma, è un pannicello caldo. Non è un aiuto serio alla natalità".
Questo è un governo attento alle famiglie?
"Alla sua risposta precisa rispondo con un altrettanto secco 'no'".
Nella legge di Stabilità approvata ieri in Consiglio dei ministri, sono comprese politiche per la famiglia?
"Al momento non si vede nulla all'orizzione. Non saranno l'abolizione dell'Imu e il canone Rai in bolletta a risolvere il problema della natalità. Un bel segnale si è visto con la promessa di aiutare il milione di bambini poveri, ma parliamo sempre di un miliardo sui 27 totali della manovra. Ce ne vorrebbero 10 per parlare di 'fattore famiglia', ma anche meno se lo si inserisse gradualmente partendo dalle famiglie con tanti figli.
Ieri abbiamo incontrato un senatore di maggioranza e Maurizio Lupi alla Camera per proporre alcune politiche in favore di chi ha molti figli. Ci sono stati segnali positivi: Ncd ha inserito nel suo family act le nostre proproste. Spero ci sia uno spazio per contrattare qualcosa di significativo".
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