Massimo Cacciari non è affatto sorpreso dalla proroga dello stato di emergenza per altri sei mesi, anzi se lo aspettava. La questione però non è virologica ma puramente politica. «È comprensibile, perché a ottobre la situazione diventerà talmente drammatica dal punto di vista sociale, con la fine della cassa integrazione e la pioggia di licenziamenti, che quasi costringerà ad uno stato di emergenza. Senza la copertura dell'emergenza sanitaria temo che sarebbe molto difficile mantenere l'ordine pubblico. Per questo dico che me lo aspettavo, fintanto che non c'è un vaccino, il governo continuerà in questo modo perché la sua debolezza è tale che potrà reggere davanti al dramma sociale solo se potrà usare la questione della emergenza sanitaria. Ma guardi, sarebbe così qualunque governo, anche con Salvini premier».
Quindi, professore, vuole dire che la pandemia è un pretesto del governo per mantenere poteri speciali di fronte ad un autunno che si preannuncia molto complicato?
«Pretesto no, perché la questione sanitaria è reale, anche se si poteva certamente affrontare in modo migliore, meno da stato di guerra, meno centralistico, senza mettere in quarantena il Parlamento, le Regioni e i comuni. Da una parte ci sono la debolezza delle strutture tecnico-amminstrative che gestiscono la sanità e la mentalità cupamente burocratico-centralistica delle nostre forze politiche. Dall'altra la debolezza spaventosa del governo. Il combinato disposto di questi elementi fa sì da sì dovremo tenerci l'emergenza per tutto quest'anno di sicuro. Meglio così, almeno un minimo di ordine sociale e sicurezza la avremo, sennò sarebbe l'anarchia. Queste forze politiche sono assolutamente incapaci di articolare una manovra che affronti i problemi sanitari, economici e sociali. Quindi meglio affrontare la crisi con un minimo di ordine, andando avanti con i decreti».
Lei prevede un autunno drammatico, Bankitalia vede il Pil a -9,5%, se va bene.
«Ma il crollo dell'economia è molto peggiore, come fa ad essere solo -10% con un paese fermo e la domanda che crolla? Truccheranno i dati. Mi auguro sia solo -10%, temo sia ottimistico».
I decreti del governo, strombazzati come una inaudita «potenza di fuoco», non sembrano aver avuto grande impatto sull'economia italiana.
«Ma non c'è il minimo progetto sull'economia, ci sono solo soldi che, come dice giustamente l'Europa, vengono utilizzati in maniera assistenziale. Invece servono scelte, servono programmi di politica industriale, fiscale, sociale. La politica è scelta, non è assistenza e promesse vane. L'Europa permette di indebitarci, ma non è che ci pagherà il debito. Se il debito serve solo per l'assistenza saranno debiti che vanno a rendere alla fine insostenibile la situazione invece di rilanciare lo sviluppo».
Assistenza e bonus per tutti.
«Cose che sfiorano il demenziale, fare i bonus per vacanze e monopattini in questa situazione! E se almeno fossero semplice, immediati, facili da spendere. Invece sono un tripudio di burocrazia e complicazione. Lasciamo perdere».
Il Pd però continua a tenere in piedi Conte.
«Il Pd ormai è un partito totalmente governista, fuori dal governo è come un pesce fuor d'acqua, è diventato un partito di governo. Quelli che dicono cose concrete, come Barca, non vengono ascoltati».
Sono succubi del M5s?
«Ma anche i 5s sono succubi del Pd. Sono due debolezze che si tengono insieme. Ma non è che il centrodestra sia messo meglio».
Come se ne esce?
«Servirebbe un governo di ampia coalizione, in cui siano rappresentate forze politiche autorevoli e competenti.
Penso sia possibile solo attraverso un momento traumatico, elezioni in cui le forze politiche prendono atto della incapacità di governare e si aprono a prospettive diverse. Ma mi pare una prospettiva irrealistica. É proprio la difficoltà della situazione a rafforzare questo governo. Resistere, resistere, resistere. In questo Conte è bravissimo»
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