Il grande "sospetto" sul Senato. Perché Conte rischia di saltare

Il premier teme i numeri e chiede al Pd di temporeggiare. I grillini, fuori controllo e preoccupati per un ribaltone, ora si piegano: via subito i decreti Sicurezza

Il grande "sospetto" sul Senato. Perché Conte rischia di saltare

"Fino all'altro giorno mi descrivevano in bilico, ma io non mi ci sono mai sentito. Oggi mi descrivono inamovibile, ma non mi sento inamovibile". Le parole pronunciate da Giuseppe Conte fotografano alla perfezione il suo stato di preoccupazione: se inizialmente il governo si è detto rafforzato dal risultato maturato alle Regionali, adesso teme una disfatta interna che potrebbe portare a una crisi. Il presidente del Consiglio lo ha praticamente ammesso: si sente in discussione e la sua poltrona traballa già da un po'. Ecco perché ha chiesto a Nicola Zingaretti di armarsi di pazienza ancora per qualche settimana.

Il segretario del Partito democratico era andato all'attacco già il 21 settembre, provando a dettare l'agenda dell'esecutivo: sì al Mes e via subito i decreti Sicurezza. Tuttavia il premier vuole prendere tempo: il Movimento 5 Stelle è "fuori controllo" e perciò si rischia la crisi. A Palazzo Chigi sostengono che la scissione sia ormai dietro l'angolo. Da qui la decisione di non sfidare i grillini che, almeno sul fondo salva-Stati, sembrano opporre resistenza. L'implosione dei grillini era facilmente preventivabile, ma queste dimensioni nessuno le aveva pronosticate. Ora l'obiettivo dell'avvocato è uno solo: sedare la guerriglia gialla e permettere al M5S di confrontarsi agli Stati generali.

Il pasticcio di Conte

Non è un mistero: Conte spinge per assicurare in tempi brevi una leadership collegiale ai 5 Stelle. Comunque per i giallorossi le cose non si mettono affatto bene: a Palazzo Madama i numeri sono incerti e sul Meccanismo europeo di stabilità ci sarebbero ben 40 voti grillini in bilico tra Camera e Senato. Timori che arrivano anche dagli stessi pentastellati: l'impressione è che Alessandro Di Battista voglia mettere uno sgambetto al premier. L'ex deputato nelle scorse si è scagliato duramente contro i suoi compagni di partito, rovinando così i festeggiamenti per il via libera al taglio dei parlamentari: "Quella delle Regionali è la più grande sconfitta nella storia del Movimento".

Detto ciò, il problema riguarderà anche le ambizioni del Partito democratico: cosa si inventerà il presidente del Consiglio per calmare il pressing in atto? Sulle modifiche ai decreti Sicurezza vi è già stata un'importante apertura: "Li porteremo al più presto in Cdm". Così come per il tema dello Ius soli, anche se va detto che l'ala destra del Movimento non lo digerirebbe mai. Zingaretti sembra essere stufo di aspettare.

Il programma di Conte si fonda sulla sua classica melina: attendere gli Stati generali, placare Di Battista, evitare scissioni e rimandare. Il tutto dettato dalla sempre più crescente paura di perdere la poltrona.

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