C'è chi si aggrappa al green pass, «unica via per risorgere», come dice Giorgetti, il ministro dello Sviluppo economico. Eppure sulla chiave d'accesso, come ottenerla e soprattutto per quanto rimarrà valida aleggiano ancora ombre e dubbi. Prima di tutto la validità: il green pass «per i vaccinati dovrebbe essere esteso a un anno, è molto verosimile che la protezione duri per quel periodo. L'estensione però dovrebbe essere limitata a chi ha fatto le due dosi di vaccino» ha detto ieri Sileri. La certificazione verde che per ora «ha una validità di sei mesi a far data dal completamento del ciclo vaccinale ed è rilasciata su richiesta dell'interessato» sta diventando sempre di più il documento che potrà salvare la stagione estiva del Bel Paese. Con esso, infatti, si dimostrerà di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti. Un bel lasciapassare insieme al green pass europeo che dovrebbe vedere la luce a metà giugno, così il governo italiano gioca di anticipo e spera di varare prima il suo passaporto vaccinale, documento che, prima delle dichiarazioni di Sileri, si era detto avrebbe avuto una validità di 6 mesi, ieri si era parlato di 9 mesi. Per chi si è sottoposto alla vaccinazione «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall'esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione e contestualmente alla stessa, al termine del prescritto ciclo, reca indicazione del numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l'interessato». Al momento è allo studio l'ipotesi di concedere il pass anche a chi ha ricevuto solo la prima dose del vaccino. Una scelta salva-estate che punta a convincere quella fascia della popolazione che sta rinunciando all'inoculazione per timore che la seconda dose cada proprio durante le ferie estive, costringendola a rimanere in città. Anche chi è guarito dal Covid ma non è stato ancora vaccinato potrà richiedere il green pass. «La certificazione verde è rilasciata, su richiesta dell'interessato, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell'interessato. La certificazione cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, l'interessato venga identificato come caso accertato positivo».
Ma non solo: chi non è stato vaccinato o non si è infettato e poi è guarito dal Covid, potrà richiedere il pass verde dopo essersi sottoposto a tampone antigenico, molecolare o salivare. La certificazione avrà «una validità di 48 ore dall'esecuzione del test ed è prodotta, su richiesta dell'interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche, da quelle private autorizzate o accreditate e dalle farmacie che svolgono i test». Una carta da utilizzare anche per accedere in discoteca o nelle sale da ballo potrebbe essere «l'unica via di fuga rispetto a una indefinita situazione che rischia di essere devastante» secondo il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, anche se «non si deve estendere ad ogni attività».
Il pass vaccinale, da ciò che trapela, potrebbe diventare utile anche per rilanciare il settore dei matrimoni. A partire dal 15 giugno, qualora tutti gli invitati siano dotati di certificato, si potrà tornare ad allestire banchetti di nozze.
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