Fra una manciata di giorni si terrà l’udienza preliminare del processo a carico di Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso della nave della Marina Militare Gregoretti, risalente al luglio del 2019. L’appuntamento è fissato a questo sabato, ma il capo politico della Lega, nonostante tutto – "In effetti non mi è mai capitato di andare in tribunale da imputato" – si dice tranquillo. Sabato mattina, mentre il segretario sarà davanti al giudice, al porto di Catania andrà in scena una manifestazione di solidarietà alla quale prenderanno parte parlamentari ed eurodeputati del Carroccio.
Intervistato da Il Tempo, il segretario del Carroccio è fiducioso sull’udienza ormai imminente: "No, non sono preoccupato. Ho riletto le cinquanta pagine della memoria difensiva e ho deciso di pubblicarle online, perché tutti sappiano. Semmai, rileggendo le intercettazioni di Luca Palamara posso solo augurarmi che non ce ne siano altri…".
Il passaggio più significativo della chiacchierata con il quotidiano di Roma è quello relativo al presidente del Consiglio. Già, perché Salvini chiama in causa il premier Giuseppe Conte in relazione al caso Gregoretti, dicendo che basterebbe una sola parola pronunciata dall’inquilino di Palazzo Chigi per spiegare cosa è successo all’epoca. "Fu il premier a dire 'i migranti prima li ricollochiamo e poi autorizziamo lo sbarco'. È Conte ad aver detto che gestiva tutto lui", racconta il numero uno leghista, che poi "rassicura" il sedicente avvocato del popolo: "Io non dico che deve essere processato pure Conte, perché non c’è il reato. Ci sono norme precise per mettere in salvo i naufraghi e nessuno di noi li lasciò in balia delle onde…".
Per ricapitolare, nel luglio del 2019 l’equipaggio della motovedetta della Marina Militare recuperò 116 migranti ma non ottenne dall’allora governo gialloverde il permesso di attraccare in un porto italiano; per questa ragione l’imbarcazione rimase per giorni al largo del porto di Augusta (in provincia di Siracusa) prima di ottenere il via libera allo sbarco.
"Ho fatto solamente il mio dovere. Rifarei tutto quel che ho fatto. Alla fine di quei soli quattro giorni quelle persone – che stavano su una nave militare italiana – sono state nutrite, curate e inviate alle altre nazioni disponibili a farsene carico" torna a ripetere Matteo Salvini, fiducioso che già sabato il tutto potrebbe finire in una bolla di sapone.
In ultima battuta, arriva l’affondo agli ex alleati di governo del Movimento 5 Stelle e al Partito Democratico: "Avrebbe dovuto leggere meglio la documentazione, io firmai gli atti d’intesa con i ministri dei trasporti e della difesa e sotto la supervisione del presidente del consiglio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.