La grillina Castelli contro Tria: "Deficit all'1,6%? Allora non ci facciamo niente"

Il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, contro Giovanni Tria. Secondo la grillina avere un rapporto deficit/PIL all'1,6% significa "non fare quasi niente, a meno che non si facciano solo tagli"

La grillina Castelli contro Tria: "Deficit all'1,6%? Allora non ci facciamo niente"

Il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, contro il titolare del suo dicastero, Giovanni Tria. Avere un rapporto deficit/PIL all'1,6%, spiega la grillina, significa "non fare quasi niente, a meno che non si facciano solo tagli".

Castelli nega che il rapporto fra il ministro dell'economia e il vicepremier Luigi Di Maio sia in crisi: "Su alcuni quotidiani ho letto virgolettati di Di Maio inventati" dice nel corso della trasmissione Circo Massimo, su Radio Capital. "E nego che ci sia stato un documento dei parlamentari 5 stelle contro Tria. È un momento complesso ma - aggiunge - c'è un clima di massima collaborazione". Il viceministro non si sbilancia ed evita di dare numeri perché "i mercati ci stanno osservando" ma ha assicurato che il reddito di cittadinanza sarà incluso nel pacchetto di riforme previste, ma non solo. "Si farà gran parte del contratto di governo e ci sarà spazio per gli investimenti". E ancora: "Dal primo di gennaio partiremo con la parte più facile, cioè l'aumento delle pensioni minime a 780 euro. Poi, attivando una serie riforma dei centri per l'impiego, dopo qualche mese, presumo quattro mesi almeno, si partirà con il resto del reddito di cittadinanza". Anche le misure richieste dalla Lega troveranno spazio, a partire dalla flat tax. "Sulla riduzione della tassazione delle piccole e medie imprese e del carico fiscale dell'IRPEF c'è grande convergenza. La parte dei professionisti non è neanche così costosa", afferma il viceministro che conferma anche "il superamento della Legge Fornero".

Sulla "pace fiscale" La Castelli precisa che non si è ancora parlato di soglie e che "la scelta più congrua è una cifra che non crei l'effetto perverso per cui un cittadino decide di non pagare sperando nello stralcio del debito".

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