Grillo jr, i 4 rischiano l'accusa di revenge porn Il silenzio dei 5 Stelle

Il filmato diffuso illecitamente. L'ex Pedicini: "Chi parla dice addio alla ricandidatura..."

Grillo jr, i 4 rischiano l'accusa di revenge porn Il silenzio dei 5 Stelle

Come era prevedibile, ora Ciro Grillo e i suoi tre amici indagati con lui per stupro di gruppo potrebbero trovarsi ad affrontare una nuova grana. In un certo senso, innescata anche questa dalla «svolta mediatica» dell'inchiesta imposta dal videomessaggio di Beppe Grillo, che ha calcato la mano sul video girato quella notte dai quattro ragazzi e che, secondo il fondatore pentastellato, dimostrerebbe che la ragazza che ha denunciato lo stupro, la 19enne italonorvegese S.J., era consenziente.

Il problema non è solo che i pm la pensino in maniera opposta quanto a ciò che quel video proverebbe, ma anche che quelle immagini non sono rimaste riservate. Hanno girato, sono state inviate e mostrate a persone che non avrebbero dovuto vederle. Un esempio su tutti è l'amica d'infanzia di Ciro Grillo che, a Non è l'Arena, su La7, ha confessato candidamente che lei quel video l'ha visto. E proprio in seguito a quell'ammissione, la famiglia della ragazza che ha denunciato lo stupro ha lamentato l'uso di quei fotogrammi «come se nostra figlia fosse un trofeo» e ha annunciato iniziative legali per chi lo ha fatto. Ovviamente, la divulgazione di quelle immagini potrebbe aggiungere ai reati contestati ai quattro anche quello di revenge porn, che punisce la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite senza il consenso di chi vi è ritratto. Il caso sembra calzante, anche se c'è da capire fino a quando quel video avrebbe circolato, visto che quella legge è in vigore dal 9 agosto del 2019, poco meno di un mese dopo la data della presunta violenza nella casa di Grillo in Sardegna.

Insomma, con una nuova magagna all'orizzonte, sembra non esserci pace per Ciro Jr, per suo padre e per i suoi amici. Anche perché, sempre ieri, ha rimesso il suo mandato l'avvocato Paolo Costa, finora difensore di Vittorio Lauria, uno dei tre amici di Ciro che, sempre intervistato dal programma di Giletti, ha detto la sua sull'indagine, confermando il rapporto di gruppo - pur sostenendo che fosse consensuale -, contestando il video di Grillo, rivelando il contenuto di messaggi che la ragazza avrebbe mandato ad alcune amiche e raccontando una versione alternativa a quella della presunta vittima anche sul perché era sotto l'effetto dell'alcol. Una iniziativa che evidentemente il suo legale non ha gradito, spiegando all'Agi che «vi sono delle divergenze sulla condotta extra-processuale da tenere sempre, specie in processi come questi» tra lui e il suo ormai ex giovane cliente.

Intanto, dalla procura di Tempio Pausania dove dovrebbe essere imminente la decisione sull'eventuale rinvio a giudizio dei quattro ragazzi, rimbalza anche la notizia di una precedente violenza che la ragazza avrebbe subito in passato, quando avrebbe abusato di lei un amico con il quale stava trascorrendo un periodo di vacanza in campeggio in Norvegia. Un precedente comunque che la ragazza non avrebbe mai denunciato, che sarebbe emerso perché riferito a verbale dalla sua amica R. e del quale non si comprende l'attinenza con l'indagine sulla presunta violenza della notte del 19 luglio 2019. Ancora incerta, invece, l'intenzione della procura di procedere per violenza anche per le foto che ritraggono alcuni dei ragazzi in atteggiamenti osceni proprio intorno a R. che dormiva su un divano.

Intanto, sul videomessaggio di Grillo arriva anche il commento, caustico, dell'ex M5s

Piernicola Pedicini, secondo il quale le tiepide reazioni pentastellate hanno un motivo chiaro: «Chi si permette di dire qualcosa contro Beppe Grillo? Nessuno lo fa, sapendo che il rischio è di non essere più candidati».

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