Nomen omen. Beppe Grillo salta da un'opinione all'altra. E cambia radicalmente orizzonte, tornando alle origini. "Se devo essere il responsabile e il capo politico, lo farò e prenderò le mie decisioni. Bisogna che qualcuno prenda delle decisioni. Quando c'era Gianroberto le prendeva lui, le prendevamo insieme. Ci sono a tempo pieno, non posso fare un passo di lato. Voglio stare con il movimento fino alle elezioni". Le parole, pronunciate a Palermo, sono la certificazione dell'ennesimo dietrofront. Una sorta di autosmentita, persino nei termini.
Sì, perché per anni il Movimento 5 Stelle e lo stesso Grillo si sono dedicati all'educazione lessicale dei giornalisti spiegando che parole come "partito" e "leader" sono pertinenti alla politica tradizionale e non si addicono quindi ai grillini, precisando inoltre che non esistono capi all'interno del Movimento ma che sono tutti portavoce e Grillo è il megafono.
Ora invece il megafono si autoproclama "capo politico". Così come ora Grillo ha annunciato di volersi dedicare a tempo pieno al Movimento. "Io avevo fatto un piccolo passo indietro, ora sono rientrato", ha affermato. Ma il 24 gennaio 2016 in una intervista al Corriere Grillo dichiarava: "Si è creata una confusione di ruoli. Io non sono il leader dei 5 Stelle. Non mi sto allontanando, diciamo che faccio un passo di fianco. Ma sono sereno perché ho voglia di riconquistare la mia libertà". Ma forse quelle erano dichiarazioni di facciata in vista dello spettacolo teatrale che si sarebbe svolto qualche giorno dopo.
Mesi dopo, a giugno, precisava: "Figurati se io me ne vado dal movimento, è nel mio Dna, resto però ai margini. Starò un po' da parte perché loro, parlamentari e attivisti, devono diventare il volto del movimento". Passano poche settimane e Grillo cambia tutto: "Ma dove vado? Un passo indietro? Un passo di lato? Ma dove vado? Il movimento ce l'ho dentro. È impossibile uscire da una cosa che hai creato, è come quando sei dentro al jazz. È cosa tua".
Insomma, il capo è tornato. O forse non se n'è mai andato. Di certo però è cambiato anche il rapporto con la tv. "Faremo dei regolamenti e in tv ci andrà chiunque, chiunque avrà da parlare di un argomento", ha annunciato Grillo. Niente più diktat? A deciderlo sarà sempre lui. È l'ennesima prova che uno non vale uno. E che non è mai stato così.
Dal momento che è stato lo stesso Grillo a dire che prima decideva tutto Gianroberto Casaleggio, smentendo anni di movimento. Grillo si è fatto marchese ed è passato dall'uno vale uno al motto del marchese del grillo: io sono io e voi non siete un c....Con tanti saluti al direttorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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