Guai per Marino: la procura apre un fascicolo sulle sue spese

I pm hanno agito dopo gli esposti di M5S e Fratelli d'Italia. Secondo le opposizioni ci sarebbe evidenza di peculato

Guai per Marino: la procura apre un fascicolo sulle sue spese

Sulle spese di Ignazio Marino si apre un nuovo capitolo. Dopo gli scandali per i viaggi negli Usa e la pubblicazione degli scontrini raccolti in due anni e mezzo di cene a spese dei contribienti italiani, tutto finisce in procura. La quale ha ora confermato di aver aperto un fascicolo sulle spese del sindaco di Roma Capitale.

Ieri infatti, Fratelli d'Italia, Movimento 5 stelle e Lista Marchini avevano presentato un esposto il procura "su una serie di spese, che sarebbero state effettuate dal sindaco Marino con la carta di credito del Comune, che non sembrerebbero legate a fini istituzionali o agli interessi della città". In molti vogliomo vederci chiaro e capire se se ci sia stato un danno erariale.

Il fascicolo è stato affidato al pm Roberto Felici, del pool reati contro la pubblica amministrazione guidato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale. Negli esposti di FdI e M5S si ipotizza il reato di peculato. A corredo degli atti sono stati depositati a piazzale Clodio alcune ricevute di spese ritenute sospette dai denuncianti. Al momento non è stato ipotizzato dalle autorità alcun tipo di reato. La fase di studio della denuncia delle opposizioni ha però fato pensare ai giudici fosse necessario vederci più chiaro.

I vini pregiati che Ignazio Marino ha bevuto a sbafo hanno destato scandalo. Champagne, vini bianchi da 80 euro e rossi per palati fini. Spese sostenute per "migliorare l'immagine di Roma nel mondo" e portare giornalisti e parlamentari a cena. Secondo le ricevute, anche alcuni rappresentanti della comunità Sant'Egidio avrebbero brindato con il sindaco, ma la comunità ha smentito dicendo che "non risultano esserci state cene dei nostri responsabili con Marino".

Intanto Ignazio Marino cerca di difendersi. Ieri era stato chiaro, minacciando di querela chiunque avesse continuato quella che lui definisce una "campagna offensiva". "Il Campidoglio e il sindaco - si legge in una nota del Comune - andando ben oltre ciò che prevede la legge sull'accesso agli atti, hanno messo on line sul sito istituzionale il dettaglio di tutte le spese sostenute per la rappresentanza e i viaggi fatti con la carta di credito in dotazione ad Ignazio Marino". "Gesto di totale trasparenza e novità assoluta per un comune italiano - prosegue il comunicato -. Ogni singola spesa è motivata formalmente dal sindaco nelle modalità corrette e previste dalle norme.

Questi sono gli atti ufficiali e pubblici, ogni altra ricostruzione è offensiva, orientata da interessi politici e priva di ogni fondamento".

Campagna denigratoria o meno, adesso saranno i giudici della procura di Roma a far maggior luce. Su quelle che sembrano a molti spese eccessive e di dubbia utilità.

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