La Guardia costiera salva 85 migranti dal naufragio

L'intervento al largo di Lampedusa: né Tripoli né Malta avevano risposto all'Sos. A bordo anche un morto

La Guardia costiera salva 85 migranti dal naufragio
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Lunedì 21 sera, acque internazionali, mare in tempesta. Un barcone carico di migranti viene sferzato dalle onde e dal vento e rischia di colare a picco. La vita di 85 persone è legata all'intervento della guardia costiera libica o maltese, competenti in quell'area, a 71 miglia dalla costa di Lampedusa. Alarm Phone, il centralino punto di riferimento per i migranti nel Mediterraneo centrale, ha lanciato l'Sos. Il copione che va in scena è il solito: Libia e Malta non pervenute; malgrado il barcone sia in pericolo di naufragio al confine delle loro aree Sar, nessuna delle due risponde alla richiesta d'aiuto. Lo farà l'Italia, come sempre. Non tocca a lei, ma l'Imrcc Roma, il Centro di coordinamento nazionale per il soccorso marittimo in Italia, non si volta dall'altra parte. E il risultato, col salvataggio degli 85 passeggeri, che sono stati trasbordati sulle motovedette della guardia costiera, grazie anche alla presenza, in area, di un mercantile che ha riparato i soccorritori e i soccorsi da onde e vento durante le difficili operazioni, è un'altra bella prova di umanità dei nostri militari che non si sono fermati davanti a un mare forza 6 e a 40 nodi di vento.

È l'ennesima medaglia al petto dell'Italia, che continua a salvare vite - in verità non ha mai smesso - malgrado sia spesso e volentieri tacciata dalle Ong di non volere operare i soccorsi in mare. È vero che a contare sono i fatti e non le ingiurie, ma è comunque tanto triste, e il peggio sta nel fatto che le cattiverie infondate vengono sfornate soprattutto quando ci scappa il morto. Guai ad addebitare quella o quelle vite spezzate agli organizzatori delle traversate della speranza, nuovi negrieri che si arricchiscono sulla pelle dei migranti e che il governo Meloni tenta di contrastare scongiurando le partenze e ponendo l'Albania come deterrente a chi voglia sfidare la sorte in mare; guai ad aver osato regolamentare il comportamento delle Ong in mare. Per i sinistri, l'unica ragione di vita è trovare un colpevole a destra, in genere l'intero governo, reo, a loro dire, di volere i migranti tutti morti. Anche se i fatti dicono il contrario e attestano i quotidiani interventi di soccorso in mare italiani, anche quando la competenza è di altri Paesi.

Nel gruppo salvato dalla guardia costiera a Pasquetta e condotto all'hotspot di Lampedusa, c'era un morto: un uomo tra i 25 e i 30 anni deceduto dopo il trasbordo sulla motovedetta dei soccorritori. La salma è stata trasportata nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana per l'autopsia. Quest'anno sono 13.009 i migranti giunti sulle nostre coste, a cui vanno aggiunti i 161 sbarcati ieri pomeriggio ad Ancona dalla nave Blacklush della Ong argentina Solidaire, soccorse nel Mediterraneo centrale. Tra loro ci sono 5 donne e 21 minori, di cui uno solo non accompagnato.

In tutto i minori non accompagnati arrivati nel 2025 sono 1.782. La prima nazionalità presente in Italia è il Bangladesh con 4.963, ovvero il 38% dei migranti sbarcati, seguono i pakistani (1.574, pari al 12%), gli egiziani (1.315, pari al 10%) e gli eritrei (1.123, pari al 9%).

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