Guerra di tweet tra May e Trump «Pensa ai terroristi». «Tu ai razzisti»

Il sindaco di Londra Khan: cancellare la visita del presidente

Gaia Cesare

Altro che idillio Reagan-Thatcher. Il botta e risposta tra il presidente americano Donald Trump e il primo ministro britannico Theresa May segna uno dei momenti più difficili nei rapporti fra le due potenze. Anche se la premier May nega, la guerra dei tweet e quella anti-islam nella quale si è lanciato il presidente americano rischiano di compromettere la special relationship che dal Dopoguerra lega Washington e Londra. Al punto che il sindaco della capitale Sadiq Khan, da tempo uno dei principali obiettivi degli attacchi del leader Usa, mette in discussione la visita di Stato del presidente in Gran Bretagna, la cui data è ancora da definire: «Le sue politiche sono contro ogni cosa che noi sosteniamo», dice Khan mentre l'ambasciatore britannico negli Usa Kim Darroch contatta la Casa Bianca per discutere dei tweet.

Sono state ore intense fra le due cancellerie. Stilettate reciproche in cui i due protagonisti hanno chiarito le proprie posizioni, a volte in maniera rude come solo Trump sa fare. La tensione sale quando la premier inglese critica i re-tweet del presidente Usa, che ha rilanciato video anti-islamici del gruppo dell'estrema destra inglese Britain First. May non esita a definire il gruppo «un'organizzazione che diffonde messaggi di odio, spacciando bugie e provocando tensioni». Il presidente non gradisce. E in un messaggio destinato alla premier inglese (ma prima lo invia all'account sbagliato), la invita a concentrarsi su altro. Lo fa con un tono a dir poco colloquiale e polemico: «Theresa non occuparti di me, ma occupati del terrorismo radicale islamico distruttivo che opera nel Regno Unito». E dire che May era stata la prima leader a essere invitata alla Casa Bianca dopo la sua elezione. Lei non arretra: «Non ho paura di criticare Donald Trump. Gli Usa dovrebbero fare di più per combattere l'estremismo di destra». Poi però conferma la visita del presidente Usa. A Londra, of course. La città in mano al sindaco islamico che Trump ama punzecchiare, ricevendo a sua volta piccate risposte.

In occasione dell'attentato al London Bridge, il leader Usa definì «patetica» la reazione del sindaco che diceva ai cittadini di stare «calmi e vigili». E meno di due mesi fa, Khan parlò di «errore» quando il governo inglese invitò Trump. Poco prima lo aveva chiamato un «ignorante di islam» per il divieto di ingresso agli islamici annunciato dal presidente.

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