Guerriglia per Ramy, feriti 5 agenti a Torino. E adesso sale la tensione per il corteo di Milano

Cori e insulti alle forze dell'ordine, bombe carta e disordini. I collettivi si accendono dopo gli ultimi video sull'inseguimento

Guerriglia per Ramy, feriti 5 agenti a Torino. E adesso sale la tensione per il corteo di Milano
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Cori violenti, del tipo: «Assassini di ragazzini!», gente che, in testa al corteo, non ha esitato a lanciarsi contro i blindati di polizia e carabinieri. Il bilancio finale di questa esplosione di rabbia trasformatasi in vera e propria guerriglia urbana sarà di 4 poliziotti e un carabiniere feriti, per fortuna nessuno gravemente. Ma contro le forze dell'ordine gli antagonisti hanno lanciato bombe carta, pietre e bottiglie di vetro e persino delle transenne, per non parlare dei pali sbattuti sulle camionette, dei due commissariati di polizia e di una caserma dei carabinieri letteralmente assaltati.

I disordini di giovedì sera a Torino sono stati causati dai collettivi studenteschi che, insieme agli esponenti dei centri sociali tra cui Askatasuna (che per il senatore Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia per il Piemonte, «deve essere chiuso subito») hanno voluto manifestare in circa 400 per chiedere giustizia contro «i responsabili della morte di Ramy, uno di noi», come recitavano le scritte sui muri. Una manifestazione degenerata quella piemontese a sostegno di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano residente al quartiere milanese del Corvetto e morto il 24 novembre in un incidente al termine di in inseguimento di circa 8 chilometri in moto con due pattuglie dei carabinieri. Una protesta voluta dopo la diffusione delle immagini dell'ultimo video che documenta la morte del 19enne.

Eppure la Procura di Milano, dopo due riunioni tra giovedì e ieri e dopo l'acquisizione dei video che sono anche stati pubblicati dai media, al momento ha deciso di non modificare i capi di imputazione contestati nell'inchiesta sulla morte di Ramy, tra cui l'omicidio stradale per cui sono indagati il carabiniere che guidava l'ultima macchina inseguitrice e l'amico del 19enne, Fares Bouzidi. Dopo le valutazioni sull'ipotesi di omicidio con dolo eventuale, la Procura guidata da Marcello Viola ha deciso di mantenere ferma la prima contestazione al momento, in attesa della conclusione degli accertamenti, tra cui la consulenza cinematica.

«Esiste una Milano antirazzista che chiede Verità e Giustizia per Ramy e Fares!» è intanto lo slogan con cui le varie realtà che aderiscono al «coordinamento antirazzista» danno appuntamento per oggi alle 17.30 in piazza San Babila. Il corteo poi partirà alle 18 diretto in piazza Duca d'Aosta.

L'invito alla manifestazione è stato pubblicato sui social e hanno già aderito realtà come il centro sociale Cantiere e lo spazio mutuo soccorso, che erano anche ieri al corteo partito alle 18 da piazza XXIV maggio e lanciato dal collettivo Rebelot «per ricordare Ramy e per chiedere giustizia».

Dopo l'incidente, a novembre, il quartiere Corvetto ha vissuto notti di tensione, con atti di vandalismo compiuti da qualcuno che chiedeva

giustizia per il giovane egiziano morto. «La presunzione di innocenza deve essere applicata anche ai carabinieri» aveva dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, proprio commentando i fatti del 24 novembre.

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