Il dibattito tra Joe Biden e Donald Trump lo scorso giugno ha cambiato totalmente il volto delle elezioni presidenziali americane, portando al ritiro del presidente 81enne, sostituito da Kamala Harris.
Nei prossimi giorni si capirà se il confronto di ieri sera tra l'ex comandante in capo e la vicepresidente ha avuto l'effetto di spostare una fetta di elettori sufficiente per l'allungo di uno dei due verso la conquista della Casa Bianca. In vista dell'appuntamento il ticket democratico ha pubblicato sul suo sito il programma elettorale, in cui promette di costruire «un'economia delle opportunità e costi più bassi per le famiglie», di attuare tagli fiscali per la classe media, rendere l'affitto più accessibile e la proprietà della casa più raggiungibile fornendo agli acquirenti di prime case fino a 25.000 dollari per aiutarli con i pagamenti iniziali. Harris si impegna a lavorare per rendere l'assistenza all'infanzia più accessibile, e a supportare le piccole imprese espandendo la detrazione fiscale per l'avvio per le nuove attività da 5.000 a 50.000 dollari. La sua campagna afferma che bloccherà qualsiasi divieto nazionale di aborto, ha in programma di sancire protezioni antidiscriminatorie per gli americani Lgbtq+ in materia di assistenza sanitaria, alloggi, istruzione. Sul confine riproporrà la legge bipartisan affossata dai repubblicani, mentre in politica estera dice che starà al fianco degli alleati degli Usa, terrà testa ai dittatori, e si assicurerà che «l'America, non la Cina, vinca la competizione per il XXI secolo e che rafforziamo, non abdichiamo, la nostra leadership globale». Trump, da parte sua, punta a realizzare ciò che è rimasto incompiuto nel primo mandato: vuole estendere ed espandere i tagli alle tasse del 2017, un massiccio aumento delle dazi, un maggiore sostegno ai combustibili fossili e una maggiore concentrazione del potere governativo alla Casa Bianca. Sull'aborto, ritiene che siano i singoli stati a dover decidere eventuali limiti, non firmerebbe un bando nazionale, e non cercherebbe di bloccare l'accesso alla pillola abortiva. Sulla frontiera il tycoon promette di realizzare la più grande deportazione interna nella storia degli Stati Uniti. La Pennsylvania, dove si è tenuto il dibattito, mette in palio 19 grandi elettori ed è fondamentale per entrambe le parti. Secondo il guru delle proiezioni Nate Silver, l'errore maggiore di Harris è quello di aver scelto come vice il governatore del Minnesota anziché quello della Pennsylvania Josh Shapiro, che avrebbe potuto aiutare a conquistare lo stato. Ma soprattutto, a suo parere, «ha sprecato una grande opportunità di virare al centro», considerato pure che quasi la metà degli elettori in un nuovo sondaggio di New York Times e Siena College considera Harris «troppo liberal e progressista». Sul fronte repubblicano, invece, l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley è convinta che Trump e JD Vance dovrebbero «cambiare il modo in cui parlano delle donne». In un'intervista a Fox News, l'ex candidata alle primarie repubblicane, che ha dato il suo endorsement a The Donald alla Convention di luglio, sottolinea: «Non c'è bisogno di dare della stupida a Kamala, non è arrivata fin qui per caso. Bisogna concentrarsi sulle politiche». Mentre con un tempismo perfetto, Melania Trump è ricomparsa ieri con un video di 30 secondi chiedendo risposte sul tentato assassinio del marito.
È stata «un'esperienza orribile e angosciante - ricorda - e ora il silenzio che la circonda sembra pesante». Mettendo poi in dubbio il ruolo delle forze dell'ordine: «c'è sicuramente dell'altro in questa storia e dobbiamo scoprire la verità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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