Prosegue a Milwaukee la battaglia ravvicinata tra Donald Trump e Kamala Harris, con i sondaggi che continuano a dare i due candidati alla Casa Bianca testa negli stati in bilico della Rust Belt, tra cui appunto il Wisconsin, oltre a Michigan e Pennsylvania. Secondo l'ultima proiezione pubblicata ieri dal centro di ricerca Marist, quando negli Usa hanno già votato in anticipo il numero record di 66 milioni di americani, la vicepresidente Usa è in lieve vantaggio in tutti e tre. E proprio la Pennsylvania, considerata il premio più ambito tra i sette swing states con i suoi 19 grandi elettori, è già diventata il ground zero delle contestazioni elettorali.
Trump e i suoi sostenitori stanno amplificando i dubbi di frode ancora prima che le schede siano conteggiate, allarmando i funzionari statali e locali, i quali avvertono che «condividere post sui social pieni di mezze verità o addirittura vere e proprie bugie è dannoso per la nostra democrazia». «La Pennsylvania sta barando e viene scoperta a un livello su larga scala raramente visto prima«, ha detto il tycoon ai suoi quasi otto milioni di follower di Truth, chiedendo un intervento immediato delle forze dell'ordine. Intanto gli uragani Helene e Milton, ma anche gli scioperi, come quello in casa Boeing, gelano il mercato del lavoro americano: in ottobre sono stati creati solo 12mila posti di lavoro, a fronte dei 100mila attesi. Il dato non preoccupa Wall Street, ma scuote la campagna elettorale, e pur se la Casa Bianca si è affrettata a spiegare che l'economia «resta forte» e che in novembre è atteso un rimbalzo dell'occupazione, il dato è il peggiore dal 2020, ovvero dell'era Biden. Lo staff di Trump ha immediatamente cavalcato la notizia attaccando Harris e le sue «politiche fallimentari», e in effetti per la candidata dem si tratta di una tegola che rischia di accentuare ancora di più le sue difficoltà sull'economia, tema cruciale per gli elettori e che vede l'ex presidente in vantaggio. Anche se il Pil cresce a ritmi sostenuti - +2,8% nel terzo trimestre - gli americani continuano a sentirsi in una posizione finanziaria peggiore rispetto a qualche anno fa e schiacciati dal caro vita. La galoppata dei prezzi è rallentata, come certificato dai dati, ma i costi degli alimentari e delle case sono ben più alti rispetto ai livelli pre-pandemia. Il dato sul mercato del lavoro è una «catastrofe e rivela in via definitiva quanto Harris» abbia causato danni all'economia, ha commentato la campagna di Trump. «In un solo mese l'agenda fallimentare di Kamala ha spazzato via quasi 30mila posti nel settore privato e quasi 50mila in quello manifatturiero - ha aggiunto lo staff del tycoon - Le famiglie che lavorano sono state derubate dall'agenda economica di Harris-Biden. Trump risolverà» questi problemi.
The Donald, intanto, ha attaccato duramente l'ex repubblicana (e sua acerrima nemica) Liz Cheney: è un «falco da guerra radicale» a cui bisognerebbe sparare, ha detto nell'intervista all'ex conduttore di Fox, Tucker Carlson. Il candidato Gop più volte l'ha attaccata per aver voluto «portare gli Usa» in guerra mentre era alla Camera. Stesse accuse rivolte al padre, colpevole - secondo lui - di aver mandato gli Stati Uniti in Medio Oriente quando era vicepresidente di George W. Bush (dal 2001 al 2009). «Mettiamola lì, con un fucile in mano, con nove canne che le sparano contro», ha detto Trump dell'ex deputata del Wyoming, implicando che Cheney abbia mandato persone in guerra senza avere alcuna esperienza bellica.
«È così che i dittatori distruggono le nazioni libere. Minacciano di morte i loro oppositori», ha replicato lei, ribadendo che «non possiamo affidare il nostro Paese e la nostra libertà a un uomo meschino, vendicativo, crudele e instabile che vuole essere un tiranno».
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