Nell'ultima settimana sui social media europei e americani è stata diffusa la notizia di una possibile nuova minaccia virale proveniente dalla Cina, corredata da foto di ospedali affollati da intere famiglie e commentata con il sospetto di una emergenza sanitaria per una nuova e sconosciuta epidemia.
A cinque anni dalla pandemia Sar-Cov2 che ha sconvolto intere nazioni l'attenzione sanitaria resta alta in tutto il mondo, ma è bene non cedere a facili allarmismi e a notizie non accertate scientificamente, che non sembrano trovare una conferma ufficiale, anche se quel che è certo è che nelle province settentrionali della Cina è stata certificata una impennata di infezioni respiratorie stagionali con un crescente ritrovamento nel sangue e nelle mucose dei pazienti esaminati del Metapneumovirus umano (HMPV), un virus respiratorio meno noto degli altri, in circolazione da tempo, particolarmente aggressivo sui neonati, bambini piccoli, anziani e persone con sistema immunitario debole o compromesso, o nei portatori di patologie croniche cardiache e polmonari. In tutti questi soggetti l'infezione virale si presenta in modo aggressivo, con febbre alta, tosse, mal di gola, respiro sibilante, e polmoniti nei casi più gravi, alcuni dei quali con esito letale, ma dalle poche notizie ufficiali che trapelano pare che negli adulti sani la stessa infezione si manifesti con sintomi lievi, paragonabili a quelli di un raffreddore.
Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (China Cdc) ha segnalato l'aumento significativo, oltre ogni aspettativa, dei casi di influenza e delle patologie simil-influenzali tra la popolazione, che è risultata positiva in oltre il 35% ai test per l'influenza, ma con un tasso di positività dell'Hmpv pari a +6,2% nei test, con numeri che mostrano una incidenza crescente nell'ultima settimana. Il Virus metapneumonico, che fa parte della famiglia dei virus a RNA, si trasmette per via aerea, tramite le goccioline respiratorie che restano in aria dopo un colpo di tosse o uno starnuto, e dal momento che non esiste un trattamento antivirale mirato o specifico, l'infezione viene trattata sintomaticamente, con i farmaci generici a disposizioni e di uso comune, generalmente efficaci.
A generare l'allarme su questo focolaio virale è stato il fatto che questo Metapneumovirus, identificato per la prima volta nel 2001, quindi un agente patogeno conosciuto, si diffonde molto più rapidamente rispetto ai Rinovirus (i virus del raffreddore), agli Adenovirus e finanche al SARS-Cov2, motivo per cui il contagio sta crescendo in quelle regioni cinesi soprattutto nei pazienti sotto i 14 anni e negli over 70, molti dei quali in condizioni cliniche da richiedere il ricovero ospedaliero.
È noto che durante la stagione invernale le infezioni respiratorie tendono a raggiungere il picco, ragione per la quale in Italia è fortemente consigliata la vaccinazione antinfluenzale nelle categorie più a rischio, ovvero bambini, adulti fragili immunologicamente o con patologie croniche ed anziani, una terapia preventiva, quella vaccinale, che non esclude la possibilità di contrarre l'infezione virale, ma ne riduce fortemente i sintomi, la durata e le complicanze.
Per quanto riguarda la Cina, abbiamo già sperimentato, ai tempi della pandemia Covid, la mancata condivisione, da parte delle autorità sanitarie, dei dati epidemiologici in tempo reale e ci auguriamo che nel caso attuale ci sia più cooperazione internazionale, affinché ci si possa attrezzare per tempo per eventuali future minacce sanitarie, che non sono certamente quelle di questo virus Hmpv,
attualmente tra le cause più comuni (dopo il Virus Sinciziale RSV) di malattia respiratoria nel nostro Paese nei bambini di età inferiore ai 5 anni nei quali viene immediatamente riconosciuto e trattato nei nostri ospedali.
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