Joshua Wong, il volto più conosciuto del movimento di protesta che l'anno scorso mise a soqquadro Hong Kong e altri due giovani attivisti pro-democrazia nell'ex colonia britannica, sono stati condannati al carcere. A Wong, la figura più attiva nelle proteste, è toccata la condanna più dura per il suo «ruolo di leadership»: un anno, un mese e due settimane di prigione, mentre Agnes Chow-ting dovrà scontare dieci mesi e Ivan Lam Long-yin sette. Wong, Chow e Lam sono stati condannati per le proteste davanti alla centrale di polizia di Wan Chai, sull'isola di Hong Kong, il 21 giugno dello scorso anno, in cui si erano verificati episodi di vandalismo, ma senza scontri con le forze dell'ordine. I tre imputati si erano già dichiarati colpevoli il 23 novembre scorso e hanno atteso la sentenza in custodia cautelare. «Ci attendono giorni duri, ma resisteremo», ha dichiarato Wong all'uscita dal tribunale. E poi ha aggiunto in un messaggio su Twitter: «Non è la fine della battaglia». «Ci uniamo alla lotta in prigione con molti altri coraggiosi manifestanti, meno visibili ma essenziali nella lotta per la democrazia e la libertà a Hong Kong». Amnesty International ha condannato la sentenza e l'ha definita «un avvertimento a chiunque osi criticare apertamente il governo».
Joshua Wong salì alla ribalta internazionale nel 2014, ancora diciassettenne, durante le proteste di Occupy Central, diventando il volto del movimento degli ombrelli che per 79 giorni ha paralizzato Hong Kong: già due anni prima, quando aveva fondato il gruppo Scholarism, si portò in piazza migliaia di persone contro l'introduzione di programmi pro-Cina nelle scuole di Hong Kong. Poi si unì alle proteste dello scorso anno, scaturite dall'opposizione agli emendamenti alla legge sull'estradizione dopo l'uscita dal carcere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.