I 5 Stelle brindano già al matrimonio con i dem. Ma tanti non si fidano

Esultanza tra i grillini, però tra i fedelissimi di Conte è il gelo: Schlein è una competitor

I 5 Stelle brindano già al matrimonio con i dem. Ma tanti non si fidano

Un paio di big storici e alcuni maître à penser. E poi gli europarlamentari in cerca di rielezione e ansiosi di trovare una casa politica a Bruxelles. Ma anche i consiglieri uscenti della Regione Lazio, vero laboratorio politico dei giallorossi durante l'ultima legislatura regionale. I grillini per Elly Schlein rappresentano la maggioranza del M5s, nonostante la freddezza di alcuni fedelissimi di Giuseppe Conte, preoccupati dalla competizione a sinistra.

I tifosi di un'alleanza con i dem sono mossi dal calcolo politico più che dagli ideali. Ed ecco Roberto Fico, ex presidente della Camera, da sempre incarnazione dell'anima più progressista del M5s. Fico sceglie Il Fatto Quotidiano per lanciare il suo endorsement pro-Schlein. «Se si può avere una convergenza non è un limite ma un'opportunità», risponde ai titubanti l'esponente grillino. Che aggiunge: «Spero si riesca a fare un'opposizione comune su questioni centrali come il salario minimo e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, senza dimenticare l'autonomia differenziata». Fico detta i tempi e impone l'agenda a Schlein. L'obiettivo dell'ex presidente della Camera - secondo le malelingue - è la presidenza della Regione Campania nel 2025, perché la vittoria di Schlein sbarra la strada al terzo mandato di Vincenzo De Luca. Certo, c'è da superare lo scoglio del limite dei due mandati, ma non si escludono deroghe. O, in ultima istanza, una candidatura di Fico da indipendente appoggiato dalla lista del M5s.

Poi c'è Stefano Patuanelli. L'ex ministro dell'Agricoltura è tradizionalmente a suo agio nei panni del pontiere con il Pd. In un'intervista concessa a La Stampa dopo la sconfitta alle regionali, Patuanelli aveva teso la mano al Nazareno: «Non facciamo la corsa sui dem, loro mettano da parte il loro ego». Nella squadra dei cinque vicepresidenti di Conte domina il gelo. Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Mario Turco e Paola Taverna sono scettici e temono il sorpasso a sinistra. Più entusiasta Alessandra Todde, che ha fatto i complimenti a caldo a Schlein. Nei gruppi parlamentari, invece, non c'è storia. Tanto che il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, uno dei più autonomi rispetto al Pd, ha dovuto comunque affrettarsi per comunicare la sua approvazione per la nuova segretaria. A Montecitorio è filo-dem anche Vittoria Baldino, che già a novembre si augurava un'affermazione di Schlein. Al Senato brindano la capogruppo Barbara Floridia e la sua vice Alessandra Maiorino.

E poi ci sono gli opinion leader del Fatto Quotidiano. Marco Travaglio nel suo editoriale di ieri ha speso parole positive e consigli per Schlein. Al direttore si è unito Andrea Scanzi con video e post sui social. La notizia del ribaltone al Nazareno è stata accolta con giubilo dagli europarlamentari del M5s. I grillini a Bruxelles, dopo il no dei Verdi, vogliono sfruttare il nuovo corso per riprovare a entrare nel gruppo dei socialisti. Alla testa dei parlamentari europei c'è il contiano Fabio Massimo Castaldo. Nel Lazio l'ex assessore di Nicola Zingaretti, Roberta Lombardi è un'accanita sostenitrice di Schlein. Diverso il discorso per quanto riguarda Virginia Raggi.

L'ex sindaca di Roma da due giorni interviene a favore della deputata italo-svizzera. Ma il suo tornaconto ha una sfumatura diversa. Raggi spera che un Pd di sinistra tolga linfa a Conte e lo faccia schiantare alle europee del 2024. Poi potrebbe iniziare la sua corsa per la leadership del M5s.

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