Cosa fare se gli attuali elettori sono restii a votare per i 5 Stelle? Una possibile soluzione è estendere il diritto di voto ad altre persone. Il MoVimento è attivamente impegnato a cercare di invertire la rotta del calo di consensi confermata da tutte le ultime consultazioni elettorali. L'ultima mossa arriva dalla Camera, dove la Commissione affari costituzionali ha approvato una riforma dell'articolo 58 della Costituzione per abbassare l'età minima del diritto di voto per il Senato a 25 anni. Attualmente la Costituzione prevede due soglie diverse per i due rami del Parlamento. E la norma che approderà in aula il 22 luglio vuole parificarle, abbassando quella del Senato da 25 a 18 anni, come è ora alla Camera.
Sembra una novità trascurabile, ma, potenzialmente, si avrebbe una platea di oltre 4,1 milioni di votanti in più per il Senato. Un bottino che, in tempi di scarsa affluenza, può fare deci samente gola.
La proposta è portata avanti da Pd e M5s, partiti in crisi di consenso che si contendono parte di questo bacino elettorale. Anche se potrebbero aver fatto male i conti. Alle politiche del 4 maggio in effetti i 5 Stelle avevano mietuto alla Camera la maggioranza assoluta dei voti degli elettori tra i 18 e 24 anni, la Lega si era piazzata seconda e il Pd terzo, seguito da Forza Italia. Ma già alle europee il trend si era invertito: la Lega aveva raccolto il 54 per cento dei voti dei giovani e il Pd aveva scavalcato i 5S. Il gruppo M5s alla Camera gongola, parlando di «ottima notizia per la democrazia», anche se Beppe Grillo, qualche anno fa voleva fare ben di più, proponendo di dare il voto ai 16enni.
Quali possono essere gli effetti sul voto? «Ci sono fior di studi: sull'affluenza non ci sarebbe nessun riflesso -spiega la sondaggista Alessandra Ghisleri- l'effetto sugli equilibri del Senato potrebbe esserci, ma non è così ovvio». Bisogna innanzitutto capire chi sono questi ragazzi corteggiati dalla politica. «Hanno voglia di impegnarsi, lo auspica l'80%, ma sono diffidenti -aggiunge Ghisleri- sono molto preoccupati per la sicurezza, come gli anziani, ma per una sicurezza sociale, più attenti al futuro e alle prospettive di lavoro, meno interessati al taglio delle tasse e di più a maggiori opportunità di trovare casa e impiego». L'assistenzialismo a 5 Stelle potrebbe dunque interessare questa fascia di età? «Dipende -aggiunge l'esperta- certamente i 5 Stelle che controllano il ministero del Lavoro e le politiche sociali come il reddito di cittadinanza hanno in mano leve importanti. Ma questi ragazzi vogliono risultati concreti. I risultati difficilmente si vedranno nel breve. E, naturalmente, i 5S potrebbero anche pagare il prezzo di eventuali delusioni».
La generazione nata digitale, che non ha conosciuto la lira né i vecchi partiti, è sul mercato. Ma conquistarla non sarà facile. L'altro effetto sarà di cancellare un'altra differenza tra Camera e Senato. Bicameralismo sempre più perfetto per un Parlamento sempre meno influente.
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