Conte apre alla destra. No a Draghi

Conte naviga a vista ma non c'è linea. L'ipotesi scheda bianca

Conte apre alla destra. No a Draghi

Una giungla di veti e una candidatura di centrosinistra che divide il M5s. In compenso Giuseppe Conte durante l'assemblea congiunta dei grandi elettori convocata in serata apre a una candidatura di centrodestra. «Non poniamo veti a personalità che rispondono al profilo che abbiamo più volte detto», è l'esordio del ragionamento. Che prosegue con la sottolineatura di un approccio diverso rispetto agli partner di centrosinistra: «A differenza di Pd e Leu, non abbiamo remore a considerare una candidatura che venga dal centrodestra, ma diciamo che non è questo il momento di affidarsi a candidati di bandiera». Un passo in avanti, se confrontato all'umore pomeridiano di molte fonti grilline, che parlavano di una potenziale disponibilità di Conte verso un esponente proposto dal centrodestra ma non si avventuravano nel prevedere una linea di fatto diversa rispetto a Pd e Leu. Come spifferavano alcuni eletti pentastellati nei giorni scorsi, il leader sembra fare asse con Matteo Salvini anche sulla collocazione di Mario Draghi. «Ricordate i giornali? Da un anno ci dicono in ogni occasione che questo governo non va minato, che ci vuole responsabilità. Oggi alcuni degli stessi giornali ci dicono il contrario, quasi che un premier valga l'altro», sottolinea. «Per noi questo governo deve continuare a lavorare», tira le somme l'ex premier. Concetti anticipati anche dall'ex ministro Vincenzo Spadafora a In Onda su La7.

Restano però i mugugni dei parlamentari. Una fetta dell'assemblea chiede di non mettere veti nemmeno su Draghi. «No a veti su Draghi, potremmo doverli rimangiare», dice la deputata Dalila Nesci riportata dall'Adnkronos. «Alla fine saranno gli altri a decidere e noi subiremo questa decisione», sospirava qualche ora prima dell'assemblea un parlamentare alla seconda legislatura. Si susseguono altri interventi in cui si invita a valutare l'opzione Draghi, subordinata a un patto di legislatura. «Quando dite dobbiamo fare un patto legislatura, sembra che dobbiamo preoccuparci della durata, non è questo il messaggio. Il patto va fatto con e per i cittadini», replica Conte, che secondo alcuni nel M5s punterebbe a elezioni anticipate. Insomma, si continua a navigare a vista. «Riteniamo che la cosa migliore domani sia votare scheda bianca», spiega Conte. L'avvocato parla di Andrea Riccardi, candidato sponsorizzato da Letta dopo la riunione con i grandi elettori del Pd. «La proposta di Riccardi non ha coloritura politica. Andrea Riccardi non è una candidatura di bandiera», ripete Conte a proposito del fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ricalcando su questo la posizione di Letta. Ma l'ex ministro del governo Monti non mette d'accordo tutto il gruppo parlamentare. «Riccardi è il nome di Bettini», sbuffa parlando con Il Giornale un eletto grillino.

Nemmeno l'alternativa Pier Ferdinando Casini scalda i cuori dei gruppi. Per alcuni parlamentari Casini «è il candidato di Renzi». Ma è su Draghi che si consuma la spaccatura. Conte pone un veto, Luigi Di Maio e Beppe Grillo non escludono l'elezione del premier al Colle.

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