Tra i 7 graziati dal Colle l'"apostolo" terrorista

Clemenza di Mattarella per Oberleitner, l'altoatesino mai stato in cella in 55 anni

Tra i 7 graziati dal Colle l'"apostolo" terrorista

La penultima volta che il suo nome era apparso su un giornale italiano era l'ottobre del 1966: lui e gli altri componenti dei «Dodici Apostoli», la banda di terroristi altoatesini che si battevano per il ritorno all'Austria, si erano consegnati alla polizia di Vienna con la promessa di non essere consegnati all'Italia dove rischiavano l'ergastolo per l'attentato che pochi mesi prima, a San Martino di Casies, era costato la vita a tre finanzieri. L'Austria mantenne la parola. E Henrich Oberleitner è potuto invecchiare a piede libero, nel paese che sentiva come la sua vera patria.

Da ieri, se volesse, l'«Apostolo» altoatesino - oggi ottantenne - potrebbe tornare in Italia senza venire arrestato. La condanna all'ergastolo che gli era stata inflitta per le sue imprese viene cancellata dalla grazia firmata da Sergio Mattarella. A poche settimane dalla fine del suo mandato, il presidente della Repubblica concede una serie di sette provvedimenti di clemenza, probabilmente gli ultimi con la sua firma. Sette provvedimenti eterogenei, che vengono a sanare vicende in cui l'esecuzione della pena secondo il capo dello Stato non ha più senso. A spiccare è, inevitabilmente, la grazia a Oberleitner, perché riporta a un passato in cui - unico caso nella storia della Repubblica - un pezzo d'Italia era devastato da smanie secessioniste, e in cui le imprese dei «martellatori» godevano di non poche simpatie nelle valli altoatesine di lingua tedesca. Ma ora, spiega il Quirinale, una «condizione di generale concordia» ha superato quella stagione. E Oberleitner viene graziato, senza avere scontato un solo giorno di pena, accogliendo le pressanti richieste venute dal presidente austriaco Alexander Van der Bellen nel corso della sua visita del luglio scorso. «I suoi atti criminosi non hanno provocato decessi», si legge nel provvedimento. Ma il sacrificio delle tre giovani «fiamme gialle» di San Martino resta così impunito.

Se la grazia al suditirolese riporta le lancette indietro di oltre mezzo secolo, un altro provvedimento di Mattarella è invece pienamente calato nelle cronache (e nelle polemiche) di questi giorni: perché salva dal carcere un commerciante condannato per avere fatto fuoco durante una rapina, uccidendo uno dei malviventi che avevano fatto irruzione nel suo negozio. A convincere Mattarella sono state le circostanze particolari dell'episodio: nell'assalto nel 2012 ad un supermercato a Delianuova, in provincia di Reggio Calabria, tre giovani rapinatori assassinarono il titolare, Giuseppe Strano. Il fratello dell'uomo, Michele, rispose al fuoco fulminando uno dei ragazzi. Già nel corso del funerale, le famiglie dei due morti si scambiarono messaggi di perdono e rappacificazione. Ma Michele Strano, condannato a sei anni, un anno fa era stato portato in carcere a Laureana di Borrello a espiare la pena. Oggi la grazia parziale emessa da Mattarella porta la sua pena residua a meno di quattro anni, e potrà quindi ottenere l'affidamento.

Così, con la grazia all'ex terrorista e al commerciante colpevole di essersi difeso, Sergio Mattarella chiude il suo settennato: ha concesso in tutto 33 provvedimenti di grazia, sette in più di Napolitano (il più «avaro» di tutti) ma lontano dalle centinaia di Ciampi e Scalfaro e dalle migliaia di Pertini e Gronchi (inarrivabile Einaudi, 15.578, ma lì c'era una guerra civile da archiviare).

Oltre a Henrich Oberleitner e Michele Strano, gli ultimi «miracolati» da Mattarella sono cinque imputati di reati minori (un bancarottiere, un automobilista dal gomito allegro, eccetera) riusciti a fare breccia nel cuore del capo dello Stato.

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