I bengalesi sul barcone sbeffeggiano l'Italia: il passaporto fatto a pezzi e lanciato in mare

Il video sui social del Bangladesh per dimostrare come è semplice ingannarci

I bengalesi sul barcone sbeffeggiano l'Italia: il passaporto fatto a pezzi e lanciato in mare

Il passaporto con copertina verde mostrato in favore di telecamera e quella scritta in caratteri dorati ben riconoscibile: «People's Republic of Bangladesh». Le risate e poi il gesto di sfregio che nasconde ben altro: il documento fatto a brandelli, ridotto a pezzetti, e poi lanciato in mare. Sempre ridendo, ripetendo in loop «Italie, Italie». Colpisce la leggerezza, la volontà di riprendersi mentre fanno scomparire le tracce della propria identità, con la malizia premeditata che non si sposa con la narrazione che spesso viene fatta di questi individui.

Protagonisti del video due uomini, che viaggiano a bordo di un barcone insieme ad altri migranti. Si sono anche dedicati al montaggio, aggiungendo al termine della clip che li riprende alcuni scorci dell'Italia, meta che nel momento in cui è stato girato il video è nel loro radar. Irridono il nostro Paese, sanno che senza documenti avranno la garanzia di una lunga permanenza a causa delle necessarie operazioni di riconoscimento e identificazione.

Vogliono ingannare il nostro Paese e sanno che, in questo modo, non sarà difficile farlo. Senza documenti è impossibile accertare nell'immediato la provenienza e le generalità, tutto tempo guadagnato per loro. Chissà quanti passaporti hanno fatto la stessa fine, stracciati prima di raggiungere l'Italia dai «poveri» migranti. Sono probabilmente partiti dalla Libia, hub di partenza di numerosi bangladesi che raggiungono il nostro Paese con le carrette del mare. Esistono, infatti, svariati gruppi sui social interamente dedicati all'organizzazione dei viaggi dal Bangladesh all'Italia, che prevedono il passaggio per la Libia da cui poi partono i convogli: esiste un vero mercato dell'immigrazione dedicato alla comunità bangladese in Libia.

Ma al di là del singolo caso che abbiamo intercettato nelle ultime ore, a far fare quella fine ai loro documenti sono in tanti, soprattutto i migranti economici che sanno di non avere alcun diritto di protezione internazionale perché non provenienti da Paesi afflitti da guerre o persecuzioni. Gettare via i propri documenti e poi tentare di ingannare l'Italia e l'Europa: questo l'obiettivo non dichiarato ma evidente in casi come questi, che fanno il paio con i sedicenti minori, ossia migranti che al momento dell'arrivo dichiarano un'età inferiore rispetto a quella effettiva per avere accesso ai benefit garantiti agli infanti e a chi non ha raggiunto la maggiore età.

Il nostro Paese sembra essersi anestetizzato a tutta questa illegalità, anche a causa degli anni di immobilismo della sinistra, che ha permesso la costruzione di un'immagine di impotenza dell'Italia all'estero. La percezione che dall'altra parte del Mediterraneo hanno del nostro Paese è quella di uno Stato dal ventre molle, dove alla fine riuscire a mettere in atto le gabole che altrove non sarebbero tollerate.

E dal Nord Africa avanza anche la propaganda incentrata sulla volontà di mettere in atto una sostituzione etnica, portata avanti per alimentare le partenze anche davanti all'umana paura mostrata spesso dai migranti per i troppi naufragi nel mar Mediterraneo.

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