I colonnelli di Vannacci spingono. Lui conta le truppe per un partito

Collaboratori stretti e sostenitori sognano un altro passo avanti. E nella Lega ormai monta l'insofferenza dell'ala federalista storica

I colonnelli di Vannacci spingono. Lui conta le truppe per un partito
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Contiamoci e partite, sarebbe questo l'ordine del generale Roberto Vannacci ai suoi uomini, alle sue «truppe». I sottufficiali del militare ci raccontano, in totale anonimato, che sotto sotto qualcosa si muove. Un movimento con il nome del generale scritto a caratteri cubitali potrebbe nascere già a metà settembre e l'idea sembra non dispiacere al militare. Il rischio, però, è quello di sparare un colpo a salve, di fare un flop politico. Meglio contarsi prima di esporsi. L'occasione sarà sicuramente quella del 18 e 19 settembre, a Viterbo, dove si svolgerà la prima festa del comitato «Noi con Vannacci», un movimento fondato dall'ex senatore della Lega Umberto Fusco. Il suo impegno al fianco del neo parlamentare europeo, in veste di colonnello, è noto. Alle elezioni europee, nel territorio di Fusco, Vannacci ha racimolato ben 5000 preferenze. Non poche per un politico alle prime armi. E se il presidente del movimento culturale «Il Mondo al Contrario», l'ex tenente colonnello Fabio Filomeni, manda messaggi su Whatsapp per fomentare le truppe: «Siamo pronti per la nuova avventura politica», Umberto Fusco ci dice al telefono che «c'è un grande entusiasmo verso il politico Vannacci», ma non si spinge oltre. «Le posso solo dire che il movimento Noi con Vannacci, che abbiamo fatto in sostegno del generale prima delle elezioni europee, sta raccogliendo molti consensi anche fuori dai confini regionali. Si sta allargando a macchia d'olio» confessa Fusco. Quindi si trasformerà presto in un partito, questo ci vuole dire? chiediamo - «Assolutamente, non ho detto questo» dice con voce «furba» l'ex leghista viterbese.

La base dei «vannaccini», intanto, spinge affinché Roberto Vannacci scenda in campo e prenda il comando del movimento, ma si sa la tattica è tutto, in guerra come in politica, e il generale attende prima di fare il passo tra un'apparizione alla festa della Lega (per allontanare le voci di un suo allontanamento dal partito di Salvini) e una provocazione in barca, in mezzo al mare. Proprio come un incursore della decima riattacca sul caso Egonu e ribadisce: «Una persona che ha i tratti somatici del centro Africa, ed ha la pelle nera non rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani». Il dibattito si è infiammato, per il Partito democratico Vannacci è «imbarazzante» e «alimenta l'odio». Tutte polemiche non gradite ad una parte del Carroccio. E mentre Vannacci si gode il suo momento di gloria monta, ed è sempre più difficile da nascondere, l'insofferenza della vecchia guardia leghista.

Quella federalista, non sovranista per intenderci. Il nord ribolle (ma non per il caldo) e fatica a nascondere l'irritazione nei confronti del generale. Lui, intanto, va avanti e marcia dritto verso il suo obiettivo. Ancora nascosto.

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