Le prime cinque città italiane per contravvenzioni investono 74,5 milioni per «potenziare le attività di controllo e accertamento delle violazioni». Insomma, per multarci meglio. Quando si tratta di fare cassa con le multe i Comuni non si tirano indietro in quello che per loro, a conti fatti, non è altro che un investimento dal rendimento certo. I dati del ministero dell'Interno, rilanciati nei giorni scorsi dal Codacons, pongono nella top cinque delle multe città governate dal centrosinistra come Milano (151,5 milioni), Roma (133), Firenze (46), Bologna (43) e Torino (40). Il 2022 è stato per quattro di loro un anno d'oro: Milano, infatti, ha incrementato gli incassi del 47,6% sull'anno prima e Roma del 41,2%. Trionfo a Firenze: +116,9%, mentre Bologna fa segnare un +14,3% e Torino, addirittura, un -3,6% sul 2021.
Insomma, visto e considerato che il bottino delle multe è stato cospicuo per moltissimi comuni (in Italia si stimano 1,44 miliardi di euro, 38,1%) è bene, in tempi d'inflazione, che si investa per mantenere sempre sul pezzo uno strumento per dare ossigeno ai bilanci. Scorrendo i dati del ministero, infatti, si può vedere in cosa vengono spesi i proventi delle multe: nella relazione presentata dal Comune di Milano saltano all'occhio i 17,3 milioni destinati al «Potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l'acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei propri Corpi di polizia». Il Municipio di Roma, alla stessa voce, stanzia la cifra non banale di 19,5 milioni. La migliore però è Firenze: sommando due voci della relazione destinate al «potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni» si arriva alla cifra monstre di 28,1 milioni (comprese le spese per il personale). Più morigerate, bontà loro, Torino (4,7 milioni) e Bologna (circa 4,9 milioni). Totale: le prime cinque città per contravvenzioni hanno speso la bellezza di 74,5 milioni per mettere a puntino la macchina delle multe.
Ma al di là dei grandi centri - solo nelle prime venti città italiane il valore delle contravvenzioni supera il mezzo miliardo - ci sono alcuni casi locali che fanno veramente delle multe un pilastro del proprio bilancio.
Un esempio gustoso è quello del comune di Melpignano, nel leccese, un piccolo centro di 2.135 anime che nella relazione 2022 dichiara proventi da contravvenzioni per oltre tre milioni di euro, di cui 2,5 derivanti da un autovelox micidiale posizionato sulla SS16. L'aggeggio infernale forse avrà perso un po' di smalto rispetto a un anno fa, quando aveva fruttato alla giunta quasi cinque milioni, ma rimane che nel bilancio previsionale 2022 (il consuntivo non è disponibile) del piccolo comune «l'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» vale 3,8 milioni. Non male, soprattutto se si considera che il totale delle entrate previsto è di 10,8 milioni. Il che significa che le multe per violazione del Codice della Strada (autovelox compreso) valgono quasi il 28% delle entrate comunali.
Sempre sulla strada verso Lecce, a una ventina di chilometri da Melpignano, c'è
l'autovelox di Cavallino: ebbene, sempre secondo i dati del ministero, si tratta di un altro gioiellino da oltre 2,5 milioni di euro di contravvenzioni. Tanta manna per un comune che non raggiunge nemmeno i 13mila abitanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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