I contagi si espandono a macchia d'olio. E i focolai non nascono, come abbiamo pensato fino a pochi giorni fa, nei locali dei giovani, nelle scuole, nelle piazze assembrate. Non solo lì. Nascono anche in mezzo alle code di chi è in fila per fare il tampone, nelle case di riposo e all'interno degli ospedali. Ricalcando drammaticamente storie già raccontate che non vorremmo più sentire. Eppure.
A Milano si teme per il Pio Albergo Trivulzio, dove sono risultati positivi, dopo gli esami di screening eseguiti la scorsa settimana, cinque dipendenti (di cui due nella struttura di Merate, in provincia di Lecco) e 14 ospiti. Tra questi, undici ricoverati nel reparto di cure intermedie (già trasferiti in ospedale), un paziente debolmente positivo ma già trasferito in ospedale. Per precauzione l'istituto, già nel mirino per l'ondata di contagi della corsa primavera, ha sospeso fino al 25 ottobre i ricoveri in cure intermedie e ha chiuso le palestre nelle sezioni di degenza.
A Villa Teruzzi (a Concorezzo, in provincia di Lecco), gli anziani morti sono al momento 14, 12 dei quali risultati positivi al tampone. Ovviamente le visite dei parenti sono vietate in tutte le strutture per anziani, ma se dovesse scoppiare l'epidemia dei mesi scorsi, sarebbe un dramma.
Situazione di allerta anche negli ospedali. Nonostante le precauzioni e i protocolli di sicurezza applicati da mesi, è un attimo che la situazione sfugga di mano. All'ospedale Sacco, è stato isolato un focolaio che coinvolge venti infermieri e un medico ma che, stando a quanto dichiara la virologia Maria Rita Gismondo è già «stato circoscritto e risulta sotto controllo». All'ospedale Galeazzi invece nelle ultime settimane ci sono stati 21 positivi tra gli operatori sanitari e i colleghi dell'amministrazione, tutti messi preventivamente in quarantena, tanto che si è riusciti a preservare reparti e pazienti. «Una positività - spiega il direttore sanitario Fabrizio Pregliasco - acquisita, sembrerebbe, non sul lavoro, ma nella vita comune. E questa è la constatazione drammatica di quello che sta succedendo a Milano». In effetti, i numeri peggiorano e solo ieri i contagi in città sono stati 2.031, di cui 917 in città.
«Una delle cose che abbiamo visto anche in questa ultima stagione è che l'eccessiva fiducia nel tampone provoca dei paradossi. Le persone si fanno il tampone e poi continuano a uscire prima dell'esito, le persone paradossalmente si contaminano facendo la coda per avere il tampone - rileva il direttore dell'Ats Milano Vittorio DeMicheli - L'attività di prevenzione è stata espletata al massimo della sua potenzialità ma le attività che sono riprese evidentemente sono state più importanti di questo tentativo di contenimento».
«Da oggi inoltre - assicura l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera - tutti i cittadini potranno consultare da casa l'esito del proprio tampone, accedendo al fascicolo sanitario elettronico, senza aspettare la telefonata del medico o la comunicazione delle autorità sanitarie» e questo eviterà contatti, velocizzerà i tempi e renderà un po' più agevole il sistema regionale, che ha superato la soglia record di 35mila test al giorno.
Se ormai la situazione sembra fuori controllo, si cerca di fare il possibile, oltre alle misure di contenimento (che, se funzioneranno, daranno qualche risultato solo fra due o tre settimane).
E per contenere i casi si punta anche alla vaccinazione anti influenzale: in quattro giorno ai medici di famiglia sono state consegnate 153.074 dosi. Di questi, 85.788 sono dosi di antinfluenzale e 67.286 di anti-pneumococco. Altre 127.489 dosi sono state già prenotate e saranno consegnate nelle prossime ore.
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