I controdazi di Ursula. Poi i negoziati

Telefonata von der Leyen-Starmer. Oggi consiglio del Commercio Ue sulle misure

I controdazi di Ursula. Poi i negoziati
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Avviare negoziati Usa-Ue e al contempo difendersi con le unghie, dice il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al telefono con il premier britannico Keir Starmer. Ma nella consapevolezza, andrebbe aggiunto, che la partita dei dazi non si gioca su un singolo tavolo, bensì è intrecciata al dossier Ucraina e alla voglia inglese di riallacciare rapporti «burocratici» con Bruxelles, dopo il passo della Brexit. Il prossimo vertice Ue-Regno Unito del 19 maggio va preparato già da oggi e von der Leyen (che prima vedrà Starmer a Londra il 24 aprile, in occasione del Summit internazionale sul futuro della sicurezza energetica) lo fa mettendo in cima all'agenda dei due player il macro tema dei dazi scattati cinque giorni fa.

Preoccupazione per il danno arrecato a tutti i Paesi, «sia attraverso i loro effetti diretti che indiretti, anche sulle nazioni più povere del mondo», si legge in una nota della Commissione. Se da un lato la tesi della von der Leyen è che le tariffe rappresentano «un importante punto di svolta per gli Stati Uniti», dall'altro l'Ue non starà a guardare ma si impegnerà ad avviare negoziati con Washington difendendo «i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario».

Il modus operandi è da ritrovare nell'impegno comune con gli altri soggetti coinvolti, sottolinea, «riconoscendo che ciascun partner commerciale agirà secondo le proprie priorità», ricalcando di fatto la posizione espressa da Giorgia Meloni che aveva parlato di lavorare per scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l'Occidente a favore di altri attori globali. «In ogni caso, come sempre, agiremo nell'interesse dell'Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei», aveva detto tre giorni fa la premier. Ma la Commissione europea, nel tentativo di coordinare la politica commerciale dei membri in questa delicata fase, potrebbe anche immaginare di sottoporre nelle prossime ore ai 27 un elenco di prodotti statunitensi da colpire con dazi aggiuntivi. I prodotti cerchiati in rosso sarebbero carne, cereali, vino, legname, vestiti, gomme da masticare, filo interdentale, aspirapolvere e carta igienica.

Se così fosse, sarebbe la copia fotostatica della mossa decisa da Canada e Cina, ingrossando così il rischio di escalation. Della questione ne discuteranno oggi a Lussemburgo i ministri responsabili del commercio dei 27 membri dell'Ue. Tra loro la posizione maggiormente integralista è quella francese, con Emmanuel Macron convinto che le aziende europee dovrebbero sospendere gli investimenti negli Stati Uniti finché «le cose non saranno chiarite», scelta su cui sono in molti a non concordare perché ritenuta un'iperbole. Il passo ulteriore che von der Leyen sembra voler fare con Londra riguarda l'allargamento agli altri temi contingenti, e lo si desume quando ribadisce il forte impegno dell'Unione europea a collaborare strettamente con il Regno Unito in materia di sicurezza e difesa, nonché il sostegno condiviso e duraturo all'Ucraina e per questa ragione manifesta «preoccupazione per lo stallo degli sforzi di pace da parte della Russia».

Passaggio che si inevitabilmente lega a doppia mandata alle ultime notizie che giungono dall'isola, nelle cui acque sarebbero stati individuati una serie di sensori russi in grado di tracciare i sottomarini nucleari. Quella la catena ideale e valoriale su cui tutta la questione commerciale ruoterà nel breve-medio periodo (e non solo).

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