I "desaparecidos" che non fanno rumore

Il Venezuela di Maduro: così le persone hanno paura di scomparire

I "desaparecidos" che non fanno rumore
00:00 00:00

Il messaggio arriva quando qui è quasi sera. È un vecchio amico che vive in Venezuela. Non è il caso di dire nulla di lui. «Hanno appena arrestato alcuni conoscenti per aver pubblicato notizie contro Maduro su Instagram. Adesso li portano a Caracas e saranno processati per terrorismo, rischiano tra i dieci e i quindi anni di carcere». «Tu come stai?».

«Preoccupato, soprattutto per la mia famiglia. Il mio vicino di casa è un giornalista e sta cercando un volo privato per espatriare».

«Fammi sapere».

«Non so se posso più scriverti. È rischioso».

«Ti possono arrestare?».

«Ho paura che mi fanno sparire».

Sparire. Quando ti arrestano non sai se torni a casa. Il processo, per quanto ingiusto e politico, ormai è quasi una garanzia. Se ti condannano almeno si sa qualcosa di te. Il brutto è quando sparisci nel nulla. Non è detto che ti fanno arrivare al carcere e a quel punto comincia la ricerca senza risposta di chi ti vuole bene. Gli scomparsi. Desaparecidos. È la parola maledetta che evoca l'Argentina di Videla, il dolore delle mamme e delle nonne di Plaza de Mayo, le matite spezzate e Garage Olimpo. È lo stesso buio organizzato dal Cile di Pinochet. In Venezuela è la stessa cosa, solo il colore ideologico è diverso. Questo non cambia il destino di chi sparisce, ma rende ancora più silenzioso il silenzio. Sei giorni fa quattro figuri vestiti di nero hanno caricato su un auto Freddy Superlano. Non è un nome qualsiasi, ma uno dei leader dell'opposizione. Non si riesce a sapere in qualche carcere sia finito. La moglie Aurora fa un disperato appello sui social. È un video a chiunque sappia qualcosa di parlare.

Javier Ballesteros è un ingegnere che vive a Maracaibo, la capitale dello Stato venezuelano di Zulia. È la seconda città più grande del Paese. Lo hanno portato via alle sette della sera di venerdì e da allora più niente.

Una madre racconta che gli uomini di Maduro sono entrati in casa sua e si sono portati via suo figlio. I giorni passano e non si riesce a trovarlo. «Gridavano: Chávez vive; la patria sigue». A muoversi sono spesso gli agenti del controspionaggio. Le chiamano «sparizioni forzate» e svolgono un ruolo centrale nella strategia del regime chavista per controllare la popolazione, scoraggiare il dissenso e punire gli oppositori.

Maduro li chiama «fascisti» ma sono semplicemente quelli che non accettano la sua dittatura. Fascisti è la parola per demonizzarli. Lunedì è scomparso Yendri Omar Velásquez. È il coordinatore dell'osservatorio sulle violenze contro la comunità LGBTIQ+. È il leader delle proteste contro Maduro per le violazioni sistematiche dei diritti civili. È stato arrestato all'aeroporto, prima che volasse verso Ginevra. Yendri doveva partecipare a una riunione di un comitato dell'Onu. Il padre non sa dove il figlio sia prigioniero.

Il giornalista Santiago Gutierrez fa un appello pubblico peer denunciare la scomparsa di Carlos León, il presidente della federazione dei calzaturieri. È un imprenditore piuttosto conosciuto, ma neppure in questo caso Maduro si è fatto problemi. Nessuno è al sicuro: se alzi la testa, se dici qualcosa, prima o poi ti vengono a prendere. È la dura legge della Repubblica bolivariana del Venezuela. Le critiche e le minacce non preoccupano Maduro che rivendica la sua battaglia ideologica contro gli Stati Uniti d'America.

È la sua assicurazione internazionale.

I desaparecidos venezuelani sono stati segnalati anno dopo anno dai report di Amnesty International. Se ne parla ma con scarsa indignazione. In Venezuela si scompare in un mare dipinto di rosso.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica