Sostituito dall'ingegnere e funzionario Fabrizio Curcio, adesso nuovo capo della Protezione civile, Angelo Borrelli si sfoga sulle pagine di Repubblica, parlando della perdita del suo ruolo come di una ferita ancora aperta. Per mesi gli italiani lo hanno visto in diretta tv e streaming mentre forniva l'ormai consueto bollettino quotidiano con i dati riguardanti l'andamento dell'emergenza Covid, ma quei tempi sembrano ormai lontani. È già passato un mese da quando il funzionario anti-dpi ("Non serve la mascherina se si rispetta la distanza", aveva detto in conferenza l'anno scorso) ha lasciato la carica di capo della protezione civile. Malgrado l'amarezza, Borrelli ammette di essere in parte sollevato: "Non sapevo più cosa era la luce dopo così tanti anni sotto pressione, praticamente al buio. Vedo di nuovo la luce".
Momenti difficili quelli passati ad occuparsi della dichiarata emergenza sanitaria, adesso l'ex capo della Protezione civile può dire di essere finalmente tornato alla normalità."Sono da Leroy Merlin, alla periferia di Roma. Sto mettendo a posto una casa che era ferma da tanti anni, quanto quelli in cui sono stato ai vertici della Protezione civile", racconta.
Nessuna intenzione di restare nel dipartimento dopo essere stato sostituito da Curcio, nominato dal nuovo premier Mario Draghi. "Non avrei potuto", ammette Borrelli, che spiega di avere invece deciso di fare domanda per entrare a far parte della Corte dei conti, essendo un esperto di contabilità: "Ho saputo, giusto ieri, che è la pratica per l'accettazione della richiesta è partita, è solo questione di tempo e sarò un magistrato contabile. Per alcuni giorni ancora, comunque, mi godo questa libertà, dopo alluvioni, terremoti, la pandemia".
Una nuova vita, dunque. Anche se la guerra al Coronavirus resta un argomento di grande importanza per l'ex capo della Protezione civile, che ora osserva le mosse del governo, augurandosi che la campagna vaccinale proceda nel migliore dei modi. Borrelli vorrebbe ancora far parte della squadra anti-Covid? "È una ferita aperta, non si è cicatrizzata. Ci vorrà un altro mese, direi due", risponde.
Probabilmente il funzionario non avrebbe rinunciato al suo incarico, se avesse potuto scegliere. Il sospetto è che abbia molti sassolini da togliersi dalle scarpe, specie per quanto riguarda quegli incarichi un tempo di pertinenza della Protezione civile poi passati all'ex commissario straordinario Domenico Arcuri per volere di Giuseppe Conte. "Abbiamo sempre fatto quello che un governo ci ha chiesto, siamo pur sempre un Dipartimento della presidenza del Consiglio", afferma infatti Borrelli. Adesso, però, non è tempo di fare polemiche. "Non servirebbero a nessuno.
Tra un mese spiegherò tutto, forse due", conclude.L'ex capo della Protezione civile mantiene il silenzio anche per quanto riguarda la fine del suo incarico: "Preferirei non parlarne, la ferita è aperta. Tra un mese, due".
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