Critiche a nuovo tetto per il contante, pace fiscale e flat tax. Non si salvano nemmeno gli aiuti contro il caro energia, che dovranno essere «più mirati». Arrivano da Bankitalia e dal Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel) le prime bordate istituzionali alla manovra di bilancio firmata Giorgia Meloni, stimata dagli esperti di Palazzo Koch in 39,2 miliardi di euro. Ridurre gli oneri «tributari per i contribuenti non in regola» risulta essere «in contrasto» con il Pnrr e con «l'esigenza di continuare a ridurre l'evasione fiscale», ha detto ieri Fabrizio Balassone di Banca d'Italia in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Nel mirino il nuovo tetto al contante, a 5mila euro, e la misura per lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. «Soglie più alte» per l'utilizzo del contante «favoriscono l'economia sommersa» mentre «l'uso di pagamenti elettronici permettendo il tracciamento delle operazioni ridurrebbe l'evasione fiscale», aggiunge Balassone, riferendosi alla soglia per l'obbligatorietà del Pos oltre i 60 euro di spesa. Osservazioni condivise anche dalla presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, che pone l'accento su una spesa sanitaria che «si riduce fino al 6,1% del Pil nel 2025, un valore inferiore anche rispetto al periodo pre-pandemia».
Demolita l'estensione della flat tax per gli autonomi a 85mila euro, che secondo Bankitalia rischia «di trattare diversamente, in modo ingiustificato, individui con la stessa capacità contributiva». Mentre la flat tax incrementale, voluta dal partito della premier, «non elimina i rischi di elusione ed evasione» e la concentrazione «dei fatturati dichiarati su valori appena inferiori alla soglia».
Pur osservando che la manovra di bilancio «è stata prudente», Bankitalia stima che se le misure per attenuare gli impatti della crisi energetica dovessero essere rinnovate fino alla fine del 2023, queste avrebbero un costo complessivo del 3,5% del Pil. Un salasso, che dovrebbe essere finanziato ricorrendo a «risparmi di spesa o maggiori entrate» e, magari, limitato con misure «più mirate e selettive». Il presidente del Cnel, Tiziano Treu, ha suggerito che i sostegni a famiglie e imprese «agli extra costi delle bollette sarebbe opportuno legarli non solo sulla base dei costi, ma anche ai comportamenti virtuosi».
Bankitalia ha difeso il Reddito di Cittadinanza, senza il quale nel 2020 ci sarebbero stati «un milione di poveri in più». Ma ha anche convenuto sulla necessità di riformarlo. Si è allineato su questo anche il Cnel, che ritiene di «rivedere in più punti l'istituto». Sul reddito l'Istat ha fornito alcuni dati: la riduzione della durata a otto mesi nel 2023 per gli occupabili colpirà un percettore su cinque, per circa 864mila persone. Coinvolgerebbe quasi la metà dei beneficiari fra 45 e 59 anni e un terzo dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano) fra i 18 e 29 anni. Allarme anche sui salari: «Nei primi dieci mesi del 2022 il divario tra la dinamica dei prezzi e quella delle retribuzioni è di 7 punti percentuali», ha detto il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo. Il Cnel ha criticato l'estensione dei voucher che in alcuni settori fragili «rischiano di sostituire occupazione più garantita e tutelata».
Ma ha promosso altre misure come l'estensione del prelievo degli extra profitti sull'energia, aumento delle pensioni minime, riduzione del cuneo fiscale e agevolazioni per assumere giovani e donne.Intanto, la Cisl ha convocato per il 15 dicembre, a Roma, un'assemblea nazionale per cercare di migliorare la manovra, proponendosi di proseguire nel solco «della responsabilità» e del dialogo con il governo.
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