I Giochi di Macron affondano nella Senna

Allarme Escherichia coli: i belgi del triathlon si ritirano, altri due svizzeri colpiti

I Giochi di Macron affondano nella Senna
00:00 00:00

Il Belgio è furibondo. Dopo il ricovero di domenica sera della triatleta Claire Michel per un'infezione da Escherichia coli, il comitato olimpico di Bruxelles ha ufficialmente ritirato la nazionale dalla competizione di triathlon a squadre, scattata all'alba di ieri mattina a Parigi. Nel mirino c'è sempre la Senna, il fiume simbolo della capitale francese, che nel progetto del presidente del comitato organizzatore Tony Estanguet doveva diventare anche il cuore delle Olimpiadi 2024. Teatro della cerimonia inaugurale, «vasca» per le gare di triathlon (appunto) e nuoto in acque libere. Zona «balneabile» e spiaggia dei parigini a Giochi conclusi.

Ma il piano da 1,4 miliardi di euro si è infranto sui livelli di batteri presenti nelle acque, «contaminate» dalla rete fognaria che dopo temporali e piogge tende a «esondare» nel corso d'acqua. Alla rabbia belga: «Il Comitato olimpico e la federazione triathlon sperano che la lezione venga appresa in vista delle prossime competizioni» si sommano i sospetti svizzeri. Due triatleti, Simon Westermann e Adrien Briffod, hanno accusato i sintomi di un'infezione gastro-intestinale e hanno dato forfait. Secondo Hanspeter Betschart, responsabile medico elvetico, ancora non è chiaro se l'infezione di Brifford sia correlata alla qualità dell'acqua della Senna. L'atleta ha più di un dubbio: «Non so se le mie condizioni siano legate alla qualità dell'acqua della Senna, ma la domanda è lecito porsela». Sospetti anche in Norvegia che, dopo l'individuale di mercoledì scorso, ha visto Vetle Bergsvik Thorn ammalarsi con un brutto mal di stomaco. Il rapporto immediato causa-effetto è difficile da provare, soprattutto a posteriori, ma ormai tra gli atleti è scoppiata la psicosi.

Gli organizzatori tentano in ogni modo di spegnere le polemiche e rasserenare il clima. Anne Descamps, portavoce del Comitato Parigi 2024, ha tuonato, «questa contaminazione non ha nulla a che fare con la gara». Poi ha letto la nota di World Triathlon riferendo che i test delle 5.30 di ieri, anche sulla presenza di Escherichia coli, sono stati visionati da federazioni e atleti «e non ci sono state obiezioni per nuotare». Ma alle porte (giovedì e venerdì) c'è tutto il programma di nuoto in acque libere che, rispetto al triathlon, prevede distanze maggiori e una permanenza degli atleti nella Senna molto superiore, fino a due ore. Descamps - per la prima volta - sembra aprire uno spiraglio: «Abbiamo dei piani di riserva se i livelli di qualità dell'acqua non saranno in linea con quelli richiesti».

L'Italia, al di là delle polemiche politiche, cerca di fare quadrato intorno a Gregorio Paltrinieri (e il suo j'accuse «È tutta una presa in giro») e compagni. Il coordinatore tecnico del nuoto di fondo, Stefano Rubaudo, se la prende con l'incertezza: «Ci dicono di gareggiare e noi gareggiamo. La preoccupazione c'è, ma la cosa che più infastidisce è l'incertezza su dove e quando si gareggia. Ci adattiamo, appoggiamo le proteste che ci sono state, ma io faccio il dt e i ragazzi fanno i nuotatori». Però le gare si avvicinano il tecnico pensa alle prestazioni: «Gli organizzatori hanno pronto un piano B? Per comodità sì, ma i ragazzi si sono allenati per fare la gara nella Senna, stanno bene, gareggiamo. Soprattutto i ragazzi devono lasciare da parte le polemiche». Quelle le lasciano ai medici.

La Società italiana di medicina ambientale (Sima) sentenzia: «Nonostante gli sforzi per rendere balneabile la Senna e permettere le gare in acque aperte, i rischi sanitari per gli atleti delle Olimpiadi legati all'inquinamento del fiume non possono essere completamente eliminati». Questa è Cassazione. Ma tutto resta immutato. Fino al prossimo malato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica