
Una folla composta e commossa, un lungo abbraccio che arriva dalla «sua» piazza. L'ultimo. Sono le 5.30 del mattino quando i primi fedeli entrano in piazza San Pietro per assistere ai funerali di Francesco. Le file lunghissime - le stesse che si sono verificate nei tre giorni di venerazione della salma in Basilica vaticana - partono da via della Conciliazione e arrivano in tutta l'area del Colonnato del Bernini.
«Grazie, Francesco», recita uno striscione. «Adios padre, maestro y poeta», è la scritta su quello firmato dai giovani di Scholas, il progetto educativo fondato da Papa Bergoglio nel 2001. Tanti gli applausi. Il primo è riservato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al suo ingresso sul sagrato. E poi l'omelia interrotta da numerosi battimani, fino all'ingresso del feretro in San Pietro. Infine, l'ultimo, emozionante e lungo applauso, all'uscita dalle Mura Vaticane, dalla Porta del Perugino. Una fiumana di persone 250mila per i funerali, e 150mila lungo il tragitto tra il Vaticano e Santa Maria Maggiore. Tante anche le bandiere tra la folla attaccate a una piccola asta o indossate come un mantello: Perù, Polonia, Sud Africa, Timor Est, Indonesia, Argentina. «Era il miglior Papa che potevamo avere, ci siamo innamorati di lui», è la frase che risuona tra i giovani in piazza.
Francesco amava la folla. Amava stare tra la gente, amava attraversare la piazza e salutare i fedeli. Lo ha fatto per l'ultima volta ieri mattina. «Ha rappresentato il contatto vero della Chiesa con le persone, non importa se erano credenti o no commenta una fedele -. Ora dobbiamo portare avanti il suo messaggio di fratellanza e di accoglienza. Lui ci diceva di trovare Dio nell'altro». Oltre 7mila gli adolescenti che dovevano partecipare al loro Giubileo e che ieri si sono trovati in piazza per il funerale. «Ho visto diverse volte Papa Francesco - dice Alice -. Riusciva a farsi sentire vicino anche da lontano, riusciva a stare vicino a tutti, con parole semplici che arrivavano sempre». «Francesco rappresentava l'umanità, era umile, vicino alla gente comune sottolinea Roberta era uno di noi». Tanti gli argentini in piazza. «È stato il Papa degli ultimi, fin da quando era in Argentina. Ma questa cosa non è stata sempre recepita», racconta Maria, che arriva da Buenos Aires. «Abbiamo perso il nostro Papa dice Bruno -. Era il Papa della gente, ha riavvicinato i giovani alla Chiesa. E soprattutto è stato il Papa che ha avuto a cuore chi aveva di meno, lo ha dimostrato ogni giorno, il suo modo di vivere, quello che diceva, le scarpe che ha portato fino alla fine. L'Argentina tutta perde un grande rappresentante nel mondo. E noi oggi volevamo essere qui per rendergli questo omaggio». «Oggi siamo tristi, era un grande Papa», gli fa eco Mauro, di Roma. Francesco «era unico, perché cercava la pace tra i popoli. Difficilmente ce ne sarà un altro come lui».
Al termine delle solenni esequie la bara con il corpo di Francesco, sollevata da quattordici sediari, viene inclinata
verso il popolo di Dio. È l'ultimo tributo della piazza. Il vento accarezza le pagine del Vangelo posto sulla bara. Poi il viaggio verso Santa Maria Maggiore, dove Bergoglio riposerà accanto all'Icona da lui tanto amata.
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