«Gli orsi in Trentino sono troppi». Lo ha sempre sostenuto Reinhold Messner, uno dei più grandi alpinisti. E torna a ribadirlo ora, dopo la seconda soppressione.
Messner, lei è pro abbattimento?
«Se e quando serve. Solo quando gli orsi sono problematici ed effettivamente pericolosi per l'uomo e il bestiame. Altrimenti sono per il loro trasferimento, ad esempio in luoghi più adatti a loro, dove gli spazi siano adeguati».
Cioè, sostiene che non ci sia stato un piano corretto per limitarne il numero? Ora il ministro all'Ambiente incita un piano di sterilizzazione.
«L'orso ha bisogno di grandi spazi. Per questo dico che ce ne sono troppi. Diventano pericolosi se non hanno abbastanza territorio e si avvicinano ai centri abitati. È normale che incontrandoli si abbia paura, chi non l'avrebbe?».
Cosa pensa di questa seconda uccisione?
«Non fa bene dividersi in questo modo su queste decisioni. Il mio timore è che su questi temi si faccia una guerra di parole, non certo di opinioni sensate. Va trovata una forma di pace tra animalisti e contadini. Io la chiamo salute sociale».
Intende un punto di equilibrio tra uomo e natura selvatica?
«Si, perché vanno difesi i plantigradi ma anche gli interessi degli agricoltori. Anche le pecore e le capre che vanno al pascolo sono da preservare. Sono animali anche loro. Sembra che in questo vortice di polemiche nessuno ci pensi mai.
E poi c'è il tema delle malghe: anche quelle vanno protette. Se così non fosse, perderemmo sia a livello paesaggistico sia a livello di economia agricola. Gli allevatori hanno smesso di portare le greggi in montagna. E in quegli alpeggi c'è la cultura delle quote alte. È la bellezza della montagna coltivata, al di sotto di morene, ghiacciai e rocce ».
O gli orsi o i bestiami?
«I contadini hanno un grossi
problema: i grandi carnivori. E non intendo solo gli orsi, ma anche i lupi, altra grossa minaccia contro cui non si sta facendo molto ma che prima o poi andrà affrontata trovando un giusto punto di equilibrio, di convivenza».
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