I grillini contro la Bongiorno: "No a castrazione chimica"

Dai banchi del Movimento Cinque Stelle si leva una protesta contro l'idea del ministro Bongiorno

I grillini contro la Bongiorno: "No a castrazione chimica"

Il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha proposta la castrazione chimica per chi commette violenze sessuali. Un provvedimento che piace soprattutto alla Lega, che, dopo la legittima difesa, ora vuole incassare un nuovo ok dal parlamento sul fronte della sicurezza. Ma, come in altri casi, anche sulla castrazione chimica si rischia una spaccatura all'interno del governo. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, non sembra essere contento della proposta della Bongiorno. Come racconta Repubblica, fonti della maggioranza lato Cinque Stelle hanno detto: "Noi non prendiamo in giro le donne. Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso". E ha continuato: "Così è una presa in giro alle donne, si sfrutta la loro paura per fare campagna". E il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli spiega: "Personalmente non sono d'accordo sulla castrazione chimica, non sto seguendo i lavori alla Camera ma non credo sia un tema su cui il M55 è disponibile".

La deputata 5S Veronica Giannone punta il dito sull'idea proposta nello specifico dalla Lega, cioè dell'alternativa fra pena detentiva e castrazione chimica: "È chiaro che non voterò un emendamento del genere. È una presa in giro dire: 'ti castriamo ma solo se sei d'accordo'. Non è la castrazione chimica lo strumento, ma il carcere e la certezza della pena. Quello che propongono è solo propaganda politica e come me la pensano decine di miei colleghi". Duro il commento del ministro della Salute, Giulia Grillo: "Sono ministro della Salute e anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l'integrità psicofisica di una persona. È praticamente impossibile che dia parere favorevole lavoriamo sull'inasprimento delle pene".

E adesso la proposta leghista, non inserita nel contratto di governo, rischia di creare una nuova crepa all'interno della maggioranza, che già più volte ha mostrato di diventare sempre più fragile. Lo scontro sulla sicurezza può essere un nuovo e fondamentale terreno di scontro fra il Carroccio e i pentastellati.

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