Il Mes continua a essere la causa di dibattiti infiniti all'interno della politica. L'accordo sui dettagli per attivare una linea di credito a condizioni rafforzate del Meccanismo europeo di stabilità per i costi sanitari diretti e indiretti dovuti alla crisi del Coronavirus è vicino: il fondo salva-Stati che i vari Paesi potranno utilizzare sta prendendo forma, tra una sorveglianza ''molto light'' e un monitoraggio relativo solo sulle spese sanitarie. In molti generalizzano dicendo che non vi sono condizioni, ma in realtà si vuole vedere tale assenza scritta nero su bianco. Anche perché si tratta di una questione spinosa che divide su tutti il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario allo strumento (definito "vecchio e inadeguato") ma che da giorni viene considerata un'opzione da valutare con cautela prima di prendere decisioni affrettate.
Una prima lieve apertura è arrivata da Luigi Di Maio. Ma qual è la vera posizione dei grillini? Neanche i 5S sanno rispondere a questa domanda. Per il momento preferiscono adottare un comportamento di prudenza in attesa dell'Eurogruppo che si riunirà oggi e definirà le norme che regoleranno l'accesso alla linea di credito collegata al Mes: "Se ci saranno dei veri passi in avanti sul Mes, allontanando lo spettro della Troika, lo vedremo quando leggeremo il nuovo regolamento che produrrà l'Eurogruppo". I vertici pentastellati a Bruxelles e quelli del governo sono però preoccupati dal momento in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà chiamato portare in Aula l'intero pacchetto di misure europee.
L'ombra di Di Battista
I 5 Stelle ora potrebbero cambiare posizione nei confronti di un fondo salva-Stati caratterizzato dai buoni propositi annunciati. Si tratterebbe di un dietrofront clamoroso e assurdo, ma non è fantascienza: è un'ipotesi che potrebbe concretizzarsi a stretto giro. Come riportato dall'edizione odierna de La Stampa, dallo stato maggiore grillino fanno sapere che una marcia indietro "non è impossibile, ma è molto complicata e sicuramente dolorosa". Uno scenario che potrebbe provocare una mazzata al Movimento per quanto riguarda i consensi elettorali, anche perché gli assalti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni ci saranno e avranno una piega molto pesante.
Ma per ora a preoccupare di più è l'ombra di Alessandro Di Battista, convintamente contrario al Mes in ogni sua forma: Ignazio
Corrao e Piernicola Pedicini, gli europarlamentari molto vicini all'ex deputato, avrebbero già esplicitato il loro grido di battaglia. Gli uomini dello storico attivista 5S avrebbero addirittura minacciato una possibile caduta del governo giallorosso e una scissione interna al M5S.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.