I jihadisti contro l'esodo dei civili. "Scudi umani" a difesa dei territori

Gli abitanti sono 2,3 milioni. E favoriscono le tattiche dei terroristi

I jihadisti contro l'esodo dei civili. "Scudi umani" a difesa dei territori
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Le bombe sono di Israele, ma le catene e le armi che imprigionano due milioni di palestinesi impedendo loro di abbandonare Gaza sono di Hamas. A certificarlo è la stessa organizzazione fondamentalista. Non più tardi di ieri una fonte di Hamas ha escluso la proposta di aprire dei corridoi umanitari con l'Egitto dal valico di Rafah spiegando che questo «costringerebbe il popolo palestinese ad abbandonare la propria patria» e a iniziare un nuovo esodo. In verità a preoccupare Hamas non è tanto il «nuovo esodo» palestinese quanto la propria sconfitta. Una Gaza senza più abitanti lascerebbe mano libera a Israele e gli consentirebbe di sradicare il nemico impiegando al meglio la propria superiorità militare e tecnologica.

La presenza di 2,3 milioni di «prigionieri» su una Striscia lunga 45 chilometri e larga al massimo 12 garantisce, invece, l'asimmetria bellica indispensabile alla sopravvivenza e all'attività dei militanti islamisti. Il primo elemento di quest'asimmetria è la possibilità di usare uomini, donne e bambini alla stregua di scudi umani. Pensiamo ai tubi lanciamissili piazzati, molto spesso, in quartieri densamente abitati o nei pressi di una scuola. Il posizionamento dell'obiettivo costringe inevitabilmente gli israeliani a scegliere tra la rinuncia al raid e l'accettazione di un elevato numero di vittime collaterali. In entrambi i casi la scelta non rappresenterà un pieno successo. Abbandonare l'obiettivo equivale a concedere ad Hamas la possibilità di continuare a colpire Israele. Distruggerlo significherà vedere le immagini delle vittime rilanciate sulle tv e sui social di tutto il mondo. E questo equivale a una parziale sconfitta sul piano politico e propagandistico. Quelle immagini, come dimostra la decisione saudita di sospendere qualsiasi «normalizzazione» con Israele, stanno cancellando gli sforzi diplomatici messi in campo negli ultimi anni per facilitare un riavvicinamento allo stato ebraico. E contribuiscono a lacerare le opinioni pubbliche occidentali rendendo più complesso e divisivo il sostegno ad Israele.

Su un campo di battaglia urbano la presenza di una popolazione inerme favorisce invece le tattiche di difesa. Pensiamo all'imminente operazione di terra che porterà migliaia di soldati israeliana nei vicoli di Gaza. Nessuno di quei militari saprà se dietro le finestre incrociate durante l'avanzata si nascondano dei civili innocenti, degli informatori pronti a segnalare le posizioni al nemico o, peggio, dei cecchini pronti a colpire. Per non parlare del rischio di trappole esplosive piazzate dagli stessi civili o fatte esplodere al passaggio di un'unità grazie alla segnalazione proveniente dalle case circostanti.

Ma una popolazione ad alta densità è fondamentale anche per garantire l'impenetrabilità della principale arma strategica di Hamas ovvero la Gaza segreta che si estende tra gallerie e rifugi sotterranei. Molti accessi di quell'autentica gruviera sono celati nelle cantine e nei cortili dei condomini civili. E la popolazione di Gaza ne rappresenta il silente, ma forzato guardiano.

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