La campagna elettorale e la guerra in Ucraina, senza dimenticare i conflitti in ogni angolo del mondo, sono i due temi che dominano il dibattito della 43esima edizione del Meeting di Rimini. E anche se il presidente della Fondazione per la Sussidarietà, Giorgio Vittadini, sgombra subito il campo a chi accusa Cl di entrare nel dibattito politico, sottolineando che Comunione e Liberazione «non indicherà» quale partito votare alle prossime elezioni politiche ma «metterà luce su alcuni problemi», i leader di partito sfrutteranno di certo la ghiotta occasione per una passerella politica in vista dell'appuntamento del 25 settembre.
In questo scenario si è aperto il Meeting di Rimini dal titolo «Una passione per l'uomo» - con un doppio appuntamento: da un lato l'arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi e il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, si sono confrontati sul tema della pace che «è sempre possibile»; dall'altro il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, secondo cui il Pnrr non va ripensato ma occorre «farlo adesso» senza «ricominciare da capo» e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha ribadito come «Putin ha scatenato una guerra illegale contro l'Ucraina indipendente e sovrana».
Il tradizionale appuntamento di fine estate, che vede sfilare politici, economisti, sociologi, rappresentanti del mondo ecclesiastico, offre quest'anno una vetrina in più ai rappresentanti dei partiti, ancora impegnati negli ultimi ritocchi alle liste. L'appuntamento più politico della kermesse è il 23 agosto per l'incontro dell'Intergruppo sulla Sussidiarietà curato da Maurizio Lupi: ci saranno da Enrico Letta a Giorgia Meloni (per la prima volta in presenza al Meeting), da Matteo Salvini ad Antonio Tajani, da Luigi Di Maio a Ettore Rosato. Al momento non risultano presenti né il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, né il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, mentre il fondatore di Azione, Carlo Calenda, parteciperà a un dibattito nel pomeriggio di giovedì 25. Mercoledì invece, sarà la volta di Mario Draghi, a poche settimane dalla fine del suo mandato. Occhi puntati sul suo discorso che potrebbe assomigliare a un testo programmatico da considerare un'eredità per i partiti.
Al Meeting è arrivato anche un messaggio del Papa. «Quanto bisogno hanno gli uomini e le donne del nostro tempo di incontrare persone che non impartiscano lezioni dal balcone, ma scendano in strada per condividere la fatica quotidiana del vivere», ha scritto Francesco.
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto offrire il suo contributo, sottolineando come riportare la pace in Europa dopo l'«aggressione della Russia all'Ucraina» e assicurare la «salvezza del Pianeta» rappresentano «le sfide di oggi».
Dai cattolici è arrivato un richiamo alla responsabilità di tutti politici e cittadini a prendere sul serio questo delicato momento di passaggio per il Paese. «Vorremmo chiedere ai politici qualcosa che non è nella campagna elettorale ha sottolineato Vittadini - ma un ripensamento del ruolo dei partiti». Questa edizione del Meeting è anche la prima per il cardinale Matteo Zuppi da quando ricopre l'incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana.
«Sarebbe stato buon senso evitare le elezioni ha detto al Sussidiario.net -, non è andata così. La situazione è grave e serve un impegno ancor più grande» da parte dei cattolici, i quali hanno libertà di coscienza ma non libertà di disinteresse».
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