L'interrogatorio fiume in Procura era uno snodo cruciale per le prossime mosse legali e politiche del governatore Toti, nel terremoto giudiziario che ha scosso la Liguria che l'ha portato ai domiciliari. C'era la necessità prima di tutto di rispondere alle accuse dei pm.
Ora, come già annunciato dal suo legale Stefano Savi, depositerà l'istanza di revoca della misura degli arresti domiciliari al gip. Se non dovesse essere accolta, si andrà al Riesame, solo sui presupposti cautelari. Secondo il giudice, Toti avrebbe potuto inquinare le prove e reiterare il reato. Due circostanze che per il suo legale dopo l'interrogatorio sarebbero venute meno visto che il governatore ha risposto alle domande dei pm e visto che alle imminenti elezioni europee Toti non partecipa.
Il gip ha cinque giorni di tempo per esprimersi. C'è però l'incognita della legge che prevede per chi è titolare di cariche elettive dirette, come Toti, l'impossibilità di applicare una misura meno afflittiva dei domiciliari, come l'interdizione.
Di certo dalla revoca o meno degli arresti dipende anche il futuro politico del presidente che dovrà valutare eventuali dimissioni. Una riflessione che, aveva spiegato il suo legale, non potrà fare da solo ma che dovrà essere frutto di un dialogo con le forze politiche che sostengono Toti. Confronto che sarebbe proibitivo poter svolgere dai domiciliari.
Sullo sfondo ci sono anche le elezioni europee e non si esclude che ogni valutazione possa essere rimandata a dopo quella data.
«È stato un lungo interrogatorio, molto intenso. Toti si è difeso spiegando i fatti che gli venivano contestati. Ha spiegato che le richieste rivolte a Spinelli in relazione a contribuzioni a campagne o scadenze elettorali, erano state fatte esplicitamente, essendo Spinelli un sovventore abituale ed essendo lui tranquillo di aver perseguito finalità di interesse pubblico - spiega il legale Savi - Non assolutamente si sentiva quindi vincolato da scrupoli, quando si rapportava con un soggetto interessato alla vicenda del porto. Non ci sono vinti o vincitori nella vicenda del porto, c'è stato un accordo che ha impedito una guerra nel porto nel momento in cui sono in corso lavori importanti. Questo è stato l'intervento di Toti, sicuro di aver agito sempre alla luce del sole. Sto lavorando per comporre la richiesta di revoca delle misure cautelari».
Nei prossimi giorni si attendono altri passi dalla Procura di Genova. Con ogni probabilità saranno sentiti il sindaco Marco Bucci, ma anche il patron di Mac Gianluigi Aponte, socio con Spinelli della società che gestisce il Terminal Rinfuse. Lo stesso imprenditore ai magistrati nell'interrogatorio di garanzia aveva spiegato che sulla proroga trentennale della concessione Toti non aveva fatto nulla e anzi se la pratica si era sbloccata poi era stato merito di Aponte.
Ha anche raccontato che all'epoca aveva pensato di rivolgersi alla stessa Procura perché il rinnovo era fermo da troppo tempo.
Gli avvocati di Spinelli Alessandro Vaccaro e Andrea Vernazza non hanno ancora chiesto l'interrogatorio ma potrebbero farlo a breve.Lunedì in Procura ascolteranno «insieme» ai procuratori la registrazione dell'interrogatorio di Spinelli jr, da cui è nato il giallo sulla fantomatica parola «illeciti» riferita ai finanziamenti a Toti.
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