Usiamo troppi psicofarmaci, compriamo più farmaci per il metabolismo e la disfunzione erettile rispetto al pre pandemia e, per rimpinguare le scorte di medicinali in casa, spendiamo il 2,8% in più a testa.
È la fotografia scattata dall'Aifa nel rapporto Osmed 2021 sull'uso dei farmaci. Numeri che raccontano di noi, di come ci curiamo, di cosa soffriamo e di come - ahimè - abusiamo di pastiglie e affini per azzardare una prevenzione fai-da-te o per assecondare le nostre fissazioni. Ma dietro alle percentuali si nasconde anche il problema delle ricette dei medici, non sempre appropriate.
GLI ANTIDEPRESSIVI
«I farmaci per la salute mentale, come sedativi e antidepressivi, sono stati fonte di eccesso di prescrizione durante il Covid - denuncia il direttore generale dell'agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini - Si tratta di farmaci non raccomandati per il trattamento di choc o emergenze, ma nonostante questo, a testimonianza di un disagio che comunque c'è, sono stati segnalati aumenti non solo in Italia ma in tutto il mondo». Da qui l'avvio di un tavolo specifico sul tema al ministero della Salute. «Servirà - spiega Magrini - per la prescrizione ottimale dei farmaci psichiatrici, per il loro migliore utilizzo, che vuol dire anche minor utilizzo».
I PIÙ ACQUISTATI
In generale nel 2021 la spesa farmaceutica è stata pari a 32,2 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto all'anno precedente. Per farmaci e vaccini per il Covid è stata di 2,3 miliardi di euro. Cala del 67% la spesa per azitromicina e è «trascurabile quella per idrossiclorochina», in seguito alle indicazioni emerse dalle evidenze scientifiche, mentre aumenta quella per l'antivirale ad azione specifica remdesivir e le eparine rappresentano quasi la metà dei consumi per il trattamento della malattia. Tra i farmaci con ricetta i più acquistati sono benzodiazepine, contraccettivi e farmaci contro la disfunzione erettile.
LA VITAMINA D
Aifa ha lavorato a una prescrizione più mirata della vitamina D che «ha avuto un effetto molto positivo, con il risparmio di diverse decine di milioni l'anno». Ma «vi è variabilità regionale, con alcune regioni più virtuose nell'averla adottata e altre meno. Quindi si pensa a una campagna di sensibilizzazione e a un lavoro con le regioni per incentivarne ulteriormente l'appropriatezza prescrittiva».
Gli integratori di vitamina D sono spesso raccomandati per la salute delle ossa, ma recenti studi sul suo ruolo nella prevenzione delle fratture confermano come sia stata data, in passato, troppa enfasi alla loro utilità.
Sembrano nulli gli effetti per prevenire problemi cardiovascolari, oncologici e cognitivi.
Tanto che a breve ci sarà una probabile revisione della nota 96, che aveva già determinato un utilizzo più mirato della prescrizione di questo farmaco dalle immaginifiche proprietà contro il Covid e usato per prevenire infezioni.
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