Il voto per le Europee segna uno spartiacque importante nella storia dell'Unione Europea. Mai come adesso i venti del sovranismo e del populismo hanno messo in discussione la tenuta dell'Unione. Subito dopo il giro di boa del voto, ovvero da domani, si aprirà la corsa alle poltrone. I grandi Stati Ue, inclusa l'Italia, cerceheranno in tutti i modi di mettere le mani sui posti chiave. Uno di questi è la presidenza della Commissione Europea, guidata da Jean Claude Juncker. I rapporti tra lo stesso Juncker e i nostro governo (soprattutto l'ultimo) non sono mai stati dei migliori. I continui richiami all'Italia e l'imposizione dell'austerity e del rigore hanno incrinato e non poco i rapporti tra Roma e Bruxelles. Ma la fase Juncker è arrivata al capolinea. Chi prenderà il suo posto? Molto dipenderà dal risultato di questa sera a seggi chiusi e molto dipenderà proprio dal risultato raggiunto dal centrodestra. Secondo i sondaggi, il Partito popolare europeo (Ppe) resta la principale forza politica in Europa, ma potrebbe scendere sotto la soglia dei 200 seggi, incalzato dai sovranisti in Francia e in Italia. Al Congresso di Helsinki a novembre il centrodestra europeo ha scelto come candidato Manfred Weber, attuale capogruppo al Parlamento europeo. Per la prima volta la Germania potrebbe ottenere lo "scettro" della guida della Commissione. Weber è molto vicino ad Angela Merkel e ha alle spalle una lunghissima carriera da parlamentare.
Ma nella partita per la Commissione entra anche quella della Brexit. Tra le fila dei popolari iniziano a salire le quote di 'mister Brexit', Michel Barnier, grazie alla fermezza con cui ha condotto i negoziati con Londra. Barnier ha appena incassato l'aperto sostegno di Emmanuel Macron, che vuole un candidato "che abbia avuto incarichi alti in un governo o nella Commissione europea" e Barnier - ha detto il presidente francese in un'intervista al quotidiano belga Le Soir - "è un leader europeo con qualità innegabili che ha mostrato ancora una volta nella gestione della Brexit, è sicuramente uno dei candidati". Di fatto un uomo forte di Macron alla guida della Commissione potrebbe ulteriormente incrinare i rapporti tra il governo gialloverde e l'organo di governo Ue. I rapporti tra Italia e Francia hanno conosciuto diversi momenti di tensione negli ultimi mesi e dunque questo scenario potrebbe riaccendere la miccia dello scontro. Tra i possibili candidati spuntano anche i nomi di Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, e del ministro dell'economia francese, Bruno Le Maire. In casa socialista il candidato di punta è l'olandese Frans Timmermans, attuale vicepresidente della Commissione europea, diplomatico di carriera. Sul fronte dei liberali erano stati indicati sette candidati tra cui Emma Bonino. Adesso la leader è Margrethe Vestager, molto apprezzata negli ambienti europei per il suo lavoro come commissaria alla concorrenza.
Tra gli out sider spuntano i nomi del primo ministro portoghese Antonio Costa, il premier uscente del Belgio Charles Michel e la bulgara Kristalina Georgieva, ex commissaria europea, oggi presidente della Banca mondiale. L'ora della verità scatterà il 28 maggio con il vertice straordinario convocato dal presidente del Consiglio Europeo Tusk.
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