Matteo Salvini ha un obiettivo chiaro: ridiscutere in Europa il trattato di Dublino. Proprio quel trattato che per l'Italia è diventato una vera e propria trappola nella gestione die flussi migratori. Il trattato di Dublino prevede che i migranti vengano identificati nel Paese di primo approdo e sostanzialmente che vi restino dopo lo sbarco. Una condizione che ha creato in questi anni un aumento della permanenza dei migranti nel nostro Paese e i relativi respingimenti dai Paesi di confine, come ad esempio la Francia. Adesso però, proprio su Dublino si apre uno spiraglio. Le parole del presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen vanno in questa direzione: la nuova "signora d'Europa" ha affermato che Bruxelles è pronta a ridiscutere il trattato per non lasciare l'Italia da sola. Salvini raccoglie l'invito: "Ridiscutere il trattato di Dublino sarebbe auspicabile: noi lo chiediamo da anni. Sarebbe sicuramente un segnale positivo", ha affermato il titolare del Viminale in un'intervista a La Stampa. Ma subito dopo, il ministro fissa dei paletti molto chiari e manda un messaggio alla Von der Leyen: "Mi auguro solo che non sia un modo per la coppia Francia-Germania di cambiare la forma e lasciare intatta la sostanza, cioè che i migranti che arrivano in Italia ci restano".
Di fatto proprio Germania e Francia hanno cercato nelle ultime settimane di colpire alle spalle l'Italia sostenendo sia al vertice di Helsinki che a quello di Parigi il principio del "porto sicuro più vicino" per lo sbarco. Una mossa che ha fatto infuriare il ministro degli Interni che ha abbandonato il tavolo di Helsinki e non ha partecipato al summit in Francia. Poi Salvini chiarisce la posizione del Carroccio che qualche anno fa aveva votato a favore del trattato: "In realtà ce ne furono diverse versioni - ha detto Salvini- . E comunque oggi siamo nel 2019 ed è chiaro a tutti che Dublino non ha più senso".
Insomma il Viminale chiede in modo chiaro di ridiscutere le regole. Soprattutto in un momento in cui l'offensiva delle Ong nel Mediterraneo è consistente. Open Arms, Msf e Sea Eye sono in mare e proseguono con le loro missioni che danno quasi sempre luogo ad uno scontro con il Viminale. Gli sbarchi dei migranti che si trovano a bordo delle navi umanitarie rientrano nei punti deboli di Dublino. Una volta sbarcati sui nostri porti devono essere identificati.
Ed è per questo motivo che il Viminale prima di dare l'ok agli sbarchi chiede la redistribuzione nei Paesi Ue dei migranti. Una prassi questa che potrebbe essere definitivamente superata da una revisione completa del trattato di Dublino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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