Ma i pasdaran dell'accoglienza non si fermano. E parte l'appello per replicare "Mare nostrum"

Da Ricci a Emiliano, il fronte dei progressisti che tifano per l'immigrazione

Ma i pasdaran dell'accoglienza non si fermano. E parte l'appello per replicare "Mare nostrum"
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C'è chi chiede l'accoglienza diffusa, chi vuole una nuova Mare Nostrum e chi nega la necessità dello stato d'emergenza. Sono i pasdaràn di sinistra che continuano a criticare il governo per la gestione dei flussi migratori, ma allo stesso tempo non intendono rinunciare agli sbarchi.

Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Pd, ha palesato chiaramente questa strategia politica in un tweet. «Abbiamo assistito ad anni di propaganda della destra su blocchi navali, respingimenti e rimpatri. Da quasi un anno sono al governo e senza soluzioni per gestire i flussi migratori. Scaricano tutto su Comuni e sindaci», scrive Ricci che conclude il suo pensiero con l'immancabile slogan: «Servono flussi regolari più ampi e accoglienza diffusa». Una richiesta simile arriva anche dal deputato dem Piero De Luca che ha accusato l'esecutivo Meloni di non aver «avviato nessun lavoro strutturale per canali umanitari di ingressi regolari in Italia». E ancora: «Nessun passo avanti ribadisce De Luca - per un'operazione Mare Nostrum europea, né su una gestione pienamente condivisa e solidale del fenomeno migratorio, ma anzi, un grave passo indietro sulla riforma del regolamento di Dublino, che penalizza gli Stati di primo approdo come l'Italia». Il ritorno dell'operazione Mare Nostrum è una vera fissazione per la sinistra e per la sua segretaria Elly Schlein che ieri si è schierata dalla parte dei sindaci che chiedono più risorse per le politiche per l'accoglienza. «Il governo non parla più di immigrazione per nascondere il fatto che non stanno gestendo il fenomeno, è una destra forte coi deboli e debole coi forti», ha tuonato la Schlein. Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha confermato la sua linea: «Chiediamo l'abolizione della Bossi-Fini, una missione europea di salvataggio e un diverso modello di accoglienza e redistribuzione che tenga conto della dignità e dei diritti delle persone e che non scarichi sui sindaci tutta la responsabilità». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ospite al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, ha, invece, attaccato il governo per «la scelta piuttosto singolare di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per i flussi migratori». Il governatore dem ha ricordato che la Puglia, così come l'Emilia-Romagna, la Toscana e la Campania, non ha fatto richiesta dello stato d'emergenza perché «dichiarare lo stato di emergenza per un fenomeno che si ripete uguale da 30 anni afferma - è giuridicamente impossibile».

Ed è proprio su questa mancata

richiesta che il Viminale ha fatto trapelare il suo disappunto: «Se c'è una situazione di difficoltà, perché i governatori di sinistra non hanno aderito allo Stato di emergenza? I sindaci non si parlano con i loro governatori?».

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