"I patti con Renzi erano diversi" L'Ue vuole bocciare la manovra

Dopo il varo della Finanziaria in Cdm, Bruxelles punta il dito contro l'Italia ed è pronta a frenare gli spot renziani

"I patti con Renzi erano diversi" L'Ue vuole bocciare la manovra

La manovra appena varata dal governo a quanto pare non convice Bruxelles. Il banco di prova per Renzi e Padoan sarà di fatto il parere della Commissione europea. Parere che potrebbe essere negativo e potrebbe costringere il governo a rischivere da capo la legge di Stabilità. "Se Renzi non abbassa il deficit entro 15 giorni la manovra verrà respinta e l’Italia finirà subito in procedura per debito e deficit". Sarebbe questo il pensiero di Bruxelles, secondo quanto riporta Repubblica riguardo alla manovra di Renzi. Il parere di Juncker e della Commissione potrebbe pesare come un macigno sulla manovra spot del premier.

A quanto pare gli accordi tra Roma e Bruxelles erano diversi. "L’accordo raggiunto tra Juncker, Schulz, Moscovici e Renzi era al 2,2%. Una concessione già generosamente oltre le regole nonostante l’impegno preso per iscritto da Padoan a maggio e possibile solo grazie all’impegno di Juncker e Schulz, visto che Moscovici non sarebbe andato oltre il 2,1%. Ma ora è troppo, non ci sono margini", avrebbe detto qualcuno della Commissione. Insomma la legge di Stabilità annunciata come una televendita con tanto di diretta Facebook potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang per il premier. Lo scostamento di 1,6 miliardi potrebbe far saltare i piani dell'esecutivo con Bruxelles pronta a bloccare la manovra. Ed è lo stesso Juncker a mettere nel mirino le scelte di Renzi e Padoan: "O riportate il deficit al 2,2% entro il 30 ottobre, oppure la manovra non passerà". La Commissione, qualora Renzi non si adeguasse ai parametri europei, potrebbe anche revocare la flessibilità concessa per per il 2015-2016.

Via in un solo colpo 19 miliardi di bonus e Bruxelles potrebbe avviare una procedura d'infrazione per l'Italia già da novembre. Una mossa che esporrebbe l'Italia sui mercati, ma che darebbe mano libera all'Ue sulle scelte di politica economica nel nostro Paese.

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