I pediatri senza dubbi: "Su i ricoveri under 12. Il vaccino li proteggerà"

I medici lanciano un appello alle famiglie: "Informatevi bene e difendete i vostri figli"

I pediatri senza dubbi: "Su i ricoveri under 12. Il vaccino li proteggerà"

Dalla metà di dicembre sarà possibile vaccinare i bambini fra i 5 e gli 11 anni. È ancora presto per sapere come verrà impostata la campagna vaccinale, ma nelle prossime settimane il ruolo chiave lo avranno i pediatri. Sta a loro infatti sciogliere tutti i dubbi delle mamme e rassicurare chi esita fra i familiari dei 6 milioni di under 12. «Il nostro ai vaccini è un sì incondizionato», sostiene Annamaria Staiano, presidente della Società italiana pediatri. La mamme vorranno sapere: perché vaccinare i figli piccoli se è sempre stato detto che su di loro il Covid non arriva mai in forma violenta?

I RISCHI DEL VACCINO

La sperimentazione sul vaccino si è conclusa con una tesi: i benefici sono molto maggiori rispetto ai rischi. «Nelle 24 ore successive all'iniezione - spiega Paolo Biasci, presidente della Federazione pediatri (nella foto) - i bambini possono riscontrare un po' di male al braccio, spossatezza e magari un po' di febbre. Sintomi leggeri che passano velocemente, nulla di che». I pediatri rassicurano anche sul rischio miocardite, cioè l'infiammazione del tessuto muscolare del cuore che è stata riscontrata in alcuni over 12. È vero che il siero anti Covid è stato testato solo su 2.250 bambini, ma è altrettanto vero che non si è verificato nemmeno un episodio. I casi di miocardite, specificano i medici, che si manifestano invece in seguito alla malattia Covid sono molti di più e molto più gravi di quelli registrati in seguito al vaccino. Smentite le fake news secondo cui il vaccino potrebbe provocare impotenza da adulti.

I RISCHI DEL COVID

Di contro, il Covid potrebbe portare a complicazioni per tutto l'organismo. Finora i bambini hanno sempre reagito molto bene all'infezione ma i rischi della malattia sono in aumento. «Se consideriamo soltanto il periodo dall'11 al 24 ottobre - spiega Staiano - sono stati diagnosticati, nella fascia di età al di sotto dei 19 anni, 10.333 nuovi casi. Di cui 84 ospedalizzati, con un ricoverato in terapia intensiva. Non dimentichiamoci che, dall'inizio della pandemia, ben 776mila bambini, da 0 a 19 anni, hanno avuto l'infezione e sono stati 35 i decessi, di cui circa 20 tra gli 11 e 19 anni. Sono stati 17 i bambini deceduti in età inferiore ai 10 anni». Uno dei rischi più temuti nel long Covid è la sindrome infiammatoria multisistemica che potrebbe colpire cuore, fegato e cervello. «Evitiamo questi rischi ai nostri figli - sprona Bisci - Abbracciamo il principio della prevenzione per proteggerli».

PERCHÉ IL VACCINO?

In molti si chiedono se vaccinare i figli equivalga a proteggerli in prima persona o serva a proteggere gli altri, evitando che il virus li usi come veicoli per replicarsi. «Entrambe le cose - spiega Bisci - Innanzitutto i bambini vanno difesi dai rischi dell'infezione. In secondo luogo va difesa la loro quotidianità, per garantire una vita sociale completa e scongiurare il rischio di tornare alla didattica a distanza. Infine, è ovvio che vaccinandosi, i bambini impediscono al virus di circolare, possono abbracciare liberamente i loro nonni e tutelare indirettamente anche i loro compagni di classe più fragili che, per motivi di salute, non possono ricevere le iniezioni».

GLI APPELLI

«Se avessi figli tra i 5 e gli 11 anni li vaccinerei subito» dichiara il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Le istituzioni e i medici si appellano alle famiglie.

«Il ruolo chiave è quello dei pediatri - sostiene Biasci - Nessuna mamma porterà il figlio all'hub vaccinale senza aver prima consultato il pediatra. Da lui troverà risposte chiare e rassicurazioni, ma è bene che le famiglie si informino. Un banco di prova enorme per la medicina territoriale. I medici dovranno essere chiari e trasparenti».

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