Sarà un rientro a scuola all'insegna della normalità. Le mascherine le vedremo sporadicamente, indossate solo da chi è fragile e quindi deve proteggersi dal virus che ancora circola. Per il resto, da metà settembre ci sarà un liberi tutti. I bambini potranno abbracciarsi e scambiarsi le matite colorate. Negli asili i più piccoli non saranno più rinchiusi nelle «bolle» con pochi amichetti, ma potranno scorrazzare con il resto della classe e portarsi da casa anche i giocattoli preferiti, condividerli con gli altri. Niente più turni nelle mense e addio al pasto portato da casa e consumato al banco. E ad accogliere alunni ci saranno anche loro, i docenti No Vax, quelli che hanno rinunciato al lavoro e allo stipendio pur di non farsi iniettare il «velenoso siero».
Gli irriducibili hanno vinto a spese della collettività che si è vaccinata. Ma ora è tempo di pace sociale. Il virus, per il momento è sotto controllo, l'obbligo vaccinale è decaduto. Ne prende atto anche il ministero dell'Istruzione che ha già inviato a tutte le scuole una circolare in cui si chiarisce che i docenti No Vax possono tornare in classe a fare lezione. E rientrano al loro posto anche bidelli e amministrativi. Dal 31 agosto, infatti, decadono le disposizioni emergenziali anti Covid che avevano regolato l'attività didattica dell'anno scorso tra cui anche la vaccinazione che era considerato «requisito essenziale». In effetti i No Vax erano già rientrati a scuola dall'aprile scorso ma tenuti lontani dagli studenti: avevano svolto lavori nelle segreterie o nelle biblioteche. In totale si tratta di qualche migliaia di professori che non hanno potuto insegnare. Circa 3.800 stando alla Ragioneria generale, sostituiti da supplenti costati alla collettività 30 milioni di euro. Ma settembre anche questi insegnanti torneranno dietro le cattedre, sia pure sprovvisti di anticorpi. Ma mai dire mai. La circolare precisa che in caso di recrudescenza dei contagi, si «può adottare e aggiornare linee guida e protocolli volti a regolare lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche, produttive e sociali». E Antonello Giannelli, Presidente dell'associazione nazionale presidi, non esclude un ritorno al passato visto che il virus non è sparito: «Dobbiamo essere pronti a un'eventuale nuova ondata e se ci dovesse essere un forte rischio di contagio potrebbero essere prese nuove misure per contenere la pandemia, come l'obbligo vaccinale per tutti gli insegnanti».
Una visione condivisa anche da Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl scuola favorevole al ritorno dell'obbligo vaccinale e di tutte le altre restrizioni. Per il momento, il rientro degli insegnanti refrattari al vaccino non preoccupa Giannelli. «Sono già stati coinvolti negli esami di maturità. Il rientro a scuola per i docenti non vaccinati era già previsto e il numero dei non immunizzati è molto basso. Non è così per milioni di studenti, soprattutto tra i 5 e i 15 anni, non ancora vaccinati. Questo mi preoccupa ma spero che le famiglie li portino a farsi il vaccino. E mi auguro che venga fatta una grande campagna di promozione e sensibilizzazione».
Scuole aperte dunque, ma non a chi ha più di 37,5 di febbre. E per la prevenzione del virus, rimangono sempre valide le regole del lavaggio mani, dell'areazione, che significa aprire le finestre. Anche nella stagione fredda.
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