I russi fucilano i prigionieri ucraini

Tre uccisi a Zaporizhzhia, si erano appena arresi. Violata la Convenzione di Ginevra

I russi fucilano i prigionieri ucraini
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Un soldato russo controlla con la canna del mitragliatore se ci sia ancora un refolo di vita nei tre corpi inermi, fucilati pochi istanti prima. L'immagine è destinata a rimanere impressa nella galleria degli orrori della guerra iniziata 672 giorni fa. Il filmato, che ormai è diventato virale, è stato girato dal drone di Stanislav «Osman» Bunyatov, un volontario della 24esima brigata delle forze speciali Re Danilo, e trasmesso sul canale telegram «Speak Sniper». Il video risale a un paio di settimane fa e mostra i russi fucilare a Robotyne (nella regione di Zaporizhzhia) tre soldati ucraini della 117esima brigata meccanizzata, che erano stati catturati pochi istanti prima. L'Ufficio del procuratore di Kiev fa sapere di aver avviato un'indagine su quanto avvenuto, anche perché l'esecuzione rappresenta una chiara violazione dell'articolo 3 della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra. Il generale della 117esima brigata Serhii Perets, scosso anche lui dopo aver visto le immagini, ha sputato fuoco all'indirizzo dei russi: «Il video mostra che stiamo combattendo contro brutali assassini. In battaglia ci sono regole d'onore da rispettare, ma i russi si comportano come bestie, trucidando tre persone in ginocchio con le mani dietro la testa».

Quanto avvenuto a Robotyne purtroppo non è un caso isolato. Il 2 dicembre, in uno dei posti di osservazione vicino al villaggio di Stepove, nel distretto di Pokrovsk (Donetsk), soldati russi avevano sparato a bruciapelo a due militari disarmati ucraini, che si stavano arrendendo dopo essere rimasti a secco di munizioni. Anche in quel caso il video di un drone aveva messo a nudo il gesto inumano.

I media russi, che non hanno commentato l'accaduto, fanno invece sapere che almeno 33 marinai risultano dispersi dopo che nella notte del 26 dicembre l'esercito ucraino ha colpito la nave da sbarco Novocherkassk, nel porto di Feodosia. Al momento dell'attacco sulla nave si trovavano 77 marinai, ma altre fonti riportano un numero più alto. Oltre ai dispersi, 19 marinai sono rimasti feriti e almeno due ufficiali si trovavano sulla Novocherkassk al momento del blitz. Newsweek azzarda addirittura che l'inferno al porto in Crimea sia stato scatenato dagli F-16, che sarebbero già stati consegnati da alcune settimane all'Ucraina. Il settimanale di New York sostiene di avere avuto notizie attendibili da una fonte della Casa Bianca. «Gli F-16 sono dotati di avionica e radar estremamente moderni e sono progettati per lanciare armi standard Nato che non possono essere caricate su jet ucraini di era sovietica». E a proposito di armi, il ministro dell'Industria Kamyshin, ha rivelato che Ucraina e Usa hanno sviluppato sistemi di difesa aerea all'avanguardia e già operativi.

L'attacco di Feodosia è stato «vendicato» da Mosca con un raid contro una stazione ferroviaria piena di civili in fuga da Kherson. Colpi di artiglieria hanno provocato la morte di un poliziotto e il ferimento di altre quattro persone. Kherson (senza elettricità) e Odessa (dove sono morti due civili) sono state martellate dalle bombe per quasi 24 ore.

«Kiev sta pianificato un'altra provocazione con l'uso di sostanze velenose di fabbricazione occidentale per accusare la Russia di presunto uso di armi

chimiche». L'ha dichiarato in un briefing Maria Zakharova. Secondo la rappresentante del ministero degli Esteri anche l'eccidio di Bucha dell'agosto 2022, sarebbe stato «una messa in scena degli ucraini e neppure ben riuscita».

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